Uscito negli ultimi giorni di maggio, Schisms è il ritorno dei Thrall dopo sette anni dall’ultimo EP Entropy e ben nove dal precedente album Aokigahara Jukai. Questo silenzio prolungato ha interrotto i primi e produttivi anni di carriera, all’inizio dello scorso decennio, che ora finalmente trovano un seguito, un nuovo capitolo degli australiani che si posiziona a metà tra il black metal old school e proposte più moderne.
Gli scenari con cui si presenta l’ascolto riprendono quelli dell’artwork, sono gelidi e sferzanti come una bufera di vento ghiacciato che accompagna un cammino solitario. I riff inizialmente non eccellono per la fantasia ma sono efficaci nell’aprire le danze senza compromessi, chiarendo subito le sensazioni che dominano le canzoni. Della title-track, posta come opener, si fanno notare delle melodie essenziali ma trascinanti, che nella successiva “Tyrant” adottano un ruolo diverso, venendo relegate a pochi passaggi nella prima metà fino alla comparsa di un assolo molto atmosferico e ben inserito. I primi pezzi presentano quanto basta il lavoro per capire che si è di fronte a circa tre quarti d’ora di black metal sfacciati, non innovativi ma suonati bene e con idee valide, che mantengono costante l’interesse. L’attenzione non cala considerando anche la cura della band australiana nell’evitare che l’atmosfera generale dell’ascolto perda d’efficacia, e infatti il songwriting è reattivo nel mantenersi dinamico, alternando attimi serrati e prorompenti a momenti più lenti e graffianti, senza disdegnare riferimenti ad altri stili. Dopo un’introduzione particolarmente diretta, nella sua parte centrale Schisms introduce passaggi che piuttosto di continuare a premere sull’acceleratore valorizzano maggiormente la controparte atmosferica dell’album, con influenze che si avvicinano a post-rock e doom. “Hollow”, “Nihil” e “Abyss” sono caratterizzate da un lento incidere, non particolarmente caratteristico e memorabile, ma funzionale per non rendere il disco monocorde. Mentre le atmosfere mutano, tra black, doom e alcuni riff dai sentori thrash metal, rimane sempre in primo piano il lato melodico dei pezzi, anima dell’ascolto. Un valore aggiunto di Schisms sono inoltre gli ospiti che hanno contribuito alle registrazioni, ovvero diversi volti noti nella scena underground australiana così come Matt Arrebollo (Gatecreeper, Noose Rot) alla batteria.
Il ritorno dei Thrall dopo sette anni di silenzio non stravolge la carriera della band australiana, ma segue fedelmente lo stile che aveva caratterizzato anche i primi lavori, con l’ausilio di più esperienza sulle spalle. Schisms merita un ascolto per le sue atmosfere glaciali e difficilmente dispiacerà a chi apprezza il black metal nelle sue versioni più melodiche, però allo stesso tempo non fa gridare al miracolo, limitandosi all’essenziale.
(Impure Sounds, Brilliant Emperor Records, 2022)
1. Schisms
2. Tyrant
3. Veils
4. Hollow
5. Nihil
6. Abyss
7. Epoch
8. Dust