I passi in avanti dei Sedna continuano, senza esitazioni, con il loro sound che diventa sempre più evocativo e solido. A tre anni di distanza dal precedente The Man Behind The Sun, un monolite contenente un solo pezzo dalla durata superiore alla mezz’ora, la band da Cesena ritorna con l’EP Last Sun, il primo registrato con la nuova formazione, e come nel caso del precedente lavoro il risultato è un continuum che per tutto l’ascolto non cala mai d’intensità. Pubblicato da Drown Within Records in CD e digitale, il disco è caratterizzato da un’esplorazione dei Nostri verso lidi più vicini al post-metal, che enfatizzano il lato atmosferico e rituale della loro musica.
Diviso in due atti, i quali si legano con assoluta naturalezza, Last Sun è un crescendo che man mano si fortifica e avvolge con le sue trame tetre. Il primo atto è per gran parte un pezzo dalle sonorità ambient, e introduce lentamente (ma senza risultare tedioso) l’ascolto. I synth sinistri sono molto suggestivi e dominano la scena, accompagnati dalle percussioni che entrano in testa con la loro anima praticamente ritualistica, infervorata anche dalle energiche parti vocali. Lo scenario del brano accumula una smisurata tensione che verso il finale viene finalmente rilasciata: gli accordi di chitarra suonano imponenti, solenni, ben amalgamati con un cantato espressivo e degli ottoni, in secondo piano, che hanno un fascino lugubre e senza dubbio peculiare. Questo elemento inusuale introduce, così come le voci e i sintetizzatori, una caratteristica di Last Sun da non sottovalutare, che amplifica ulteriormente la potenza sprigionata dall’EP, ovvero la presenza di diversi ospiti. Dominik Goncalvers dei Downfall of Gaia e Guillerme Henriques dei Gaerea alla voce, Francesco Bucci degli Ottone Pesante agli ottoni e Naresh Ran degli Hate&Merda ai sintetizzatori non sono soltanto nomi messi in bella mostra come delle figurine per attirare l’attenzione di più ascoltatori possibili, ma sono musicisti esperti che hanno contribuito fortemente alla realizzazione di questo lavoro. Complice la libertà che hanno avuto nel gestire il loro contributo nei due brani, le già evocative composizioni dei Sedna sono ancora più massicce e poliedriche grazie a queste collaborazioni. Tornando a parlare della musica, anche il secondo atto inizia come il primo, con la componente più d’ambiente che prende il sopravvento e funge da preludio all’esplosione finale che risulta il momento più energetico e galvanizzante dell’intero ascolto. Nel flusso continuo di Last Sun spicca la prevalenza dei momenti atmosferici rispetto a quelli effettivamente black metal, ma ciò non pesa, le due composizioni hanno un’anima trascinante e una potenza espressiva che difficilmente lascerà delusi.
Dopo essersi già confermati tra le formazioni più interessanti nel panorama post-black metal nostrano, i Sedna proseguono la loro carriera focalizzandosi sugli aspetti più atmosferici ed evocativi della loro proposta. Lo stile fortemente influenzato da gruppi quali gli Altar of Plagues dei primi lavori della band nostrana cerca derive più personali in questo nuovo EP, il cui risultato è a dir poco promettente, e se i Nostri lo svilupperanno ulteriormente in un ipotetico full length ha tutte le carte in regola per sorprendere ulteriormente. Staremo a vedere, nel mentre godiamoci questo lavoro e in generale l’operato di una band che da poco più di un decennio a questa parte si sta muovendo molto bene nella scena nostrana.
(Drown Within Records, 2022)
1. Act I
2. Act II