Addentrarsi in una vecchia abitazione abbandonata per un’esplorazione urbex e ad un certo punto trovarsi di fronte ad un piccolo cumulo di vecchie cartoline in bianco e nero, mezze coperte dalla polvere, usurate dal tempo e dall’incuria. Le immagini che riportano sono per lo più sbiadite o rovinate, lasciando di sé solamente un’immagine confusa e discontinua, ma sufficientemente conservata da poter intuire ciò che c’era in origine: Hauntology ci porta sin dalle prime note di basso in questa atmosfera sospesa, in cui convivono equamente pesantezza e volatilità in un solo istante. Le immagini sonore sono come sommerse da un manto nevoso, che con estrema delicatezza copre ogni cosa nascondendone le reali forme, lasciando all’ascoltatore il compito di svelare le reali fattezze.
Il 2022 segna per i Collars un gran ritorno sulle scene con il loro secondo full length che rappresenta una naturale evoluzione di linguaggio da Tracoma. Rispetto al lavoro precedente si può assistere ad una svolta verso un linguaggio meno mentale e più istintivo, legato al dionisiaco e all’istinto più primitivo, pur mantenendo gli stilemi che la band ha posto come capisaldi della loro produzione. Hauntology è un disco diretto che arriva dritto alla pancia dell’ascoltatore. Le strutture dei brani, semplici solo all’apparenza, rendono l’ascolto di volta in volta più intrigante, scovando particolari nuovi ogni volta. Piccola pecca per la durata perché un paio di tracce in più sarebbero state davvero apprezzate, così da poter avere il tempo di poter sprofondare definitivamente nell’immaginario sonoro costruito con così tanta cura. Nel comunicato stampa affermano: “Le esplorazioni sonore dei Collars si ispirano agli scritti di Simon Reynolds e Mark Fisher e in particolare al concetto di “Hauntologia” come tratto dal Jacques Derrida di Spettri di Marx. Muovendo dagli assunti della critica postmodernista, Fisher e Reynolds si sono confrontati con gli eletti spettrali della vasta eredità culturale emersa dal calderone dei nuovi media, che grava come un peso insopprimibile sulla produzione culturale contemporanea, costantemente captata e ri-captata dai riverberi nostalgici di un passato mai vissuto.”
Il nuovo prodotto di casa Collars vale davvero la pena di essere ascoltato, possibilmente seduti al volante della propria auto girovagando senza meta in una statica giornata di nebbia.
(2022, Grandine Records)
1. Tra Le Ceneri
2. Crisalide
3. Possessione
4. Spettri
5. Bagliore