I Behind Closed Doors sono un trio strumentale proveniente da diversi paesi europei: Paesi Bassi, Svezia e Germania. Per questa fatica sono stati aiutati da tre musicisti classici niente male che danno quel tocco in più al loro nuovo lavoro. I Nostri offrono una sonorità a metà tra il progressive metal più tipico e le atmosfere più rarefatte specifiche invece del post-metal. Il nuovo album caged in helices è stato pubblicato nell’ultimo trimestre del 2022 e contiene sette tracce dalla durata abbastanza consistente, infatti basti pensare che ben tre canzoni su sette superano gli 8 minuti di durata.
L’incipit spetta a “the anti will”, brano caratterizzato da una parte introduttiva con dolci suoni di archi per poi tramutarsi in una canzone solida con parti decisamente monolitiche. La sezione ritmica è solida: riff di chitarra ritmica abrasivi, basso pungente e con continui cambi di tempo sorretti da un’ottima batteria permettono di passare da sezioni più delicate ad altre marcatamente metal. Di sicuro la nota più interessante dei BCD è l’intreccio che riescono a creare con il trio di archi in grado di dare un quid in più a tutto il loro suono che è sì energico e tecnico, ma spesso abbastanza monotono. “kaleidoscope antlers” parte invece con delle sonorità più cupe con pesanti fraseggi di chitarra. Gli archi come al solito impreziosiscono il tutto, conferendo alla traccia un tocco orchestrale e sinfonico. I cambi di tempo, come dicevamo all’inizio, sono un valore aggiunto, esaltando la tecnica della band, tra passaggi virtuosistici e tecnicismi che risultano molto raffinati, anche se a volte pare che vogliano esagerare, un po’ alla Dream Theater. L’asticella rimane sempre alta con “per aspera ad astra, but why and for what?”, probabilmente il pezzo più esaltante del loro lotto, un fiume in piena di virtuosismi ed emozioni musicali. In continua evoluzione, il brano combina esplosioni di pura potenza prog metal con aperture più morbide nella sezione centrale con suoni cinematografici e gli archi in evidenza. La seconda parte è più morbida, con suoni dilatati, che ci accompagnano piacevolmente al finale, per poi concludersi in un crescendo musicale. A concludere caged in helices ci pensa la poderosa “in all but name” con pesanti riff di chitarra e una sezione ritmica solida ed elaborata. Personalmente la cosa che ho apprezzato di più sono i continui cambi di tempo, grande valore aggiunto al suono, con virtuosismi e passaggi tecnici di alto livello che concludono con qualità l’ascolto di questi 48 minuti.
Un album che unisce passaggi tecnici, energia e idee notevole, sia nella composizione che nell’esecuzione. Un trio che esalta la propria tecnica con passaggi sempre raffinati ai quali viene aggiunto un tocco orchestrale e sinfonico. Il sound dei BCD è originale, fresco e moderno, in grado di combinare tratti di progressive e post-metal, forse a tratti un po’ esagerato e lungo, ma tutto sommato godibile. Un ascolto consigliato agli amanti delle sonorità più pesanti del prog con incursioni post-.
(My Redemption Records, 2022)
1. the anti will
2. kaleidoscope antlers
3. the essence of doubt
4. black pyramid
5. per aspera ad astra, but why and for what?
6. ubiquitous
7. in all but name