Urla disperate, dissonanze chitarristiche ed un basso torbido, a dir poco greve. L’ultima fatica dei Gillian Carter si apre così, con delle bordate così violente da far tremare la terra, intimorendo fin da subito chi ha deciso di prestare ascolto a tale assalto sonoro, a dir poco viscerale. Attivi dal 2005, la storica band screamo giunge finalmente al suo sesto lavoro, Salvation Through Misery, contando di una produzione moderna e riuscendo nell’impresa, sicuramente non facile, di far suonare i brani potenti e mai sovraprodotti. A tessere le fila della band troviamo Logan Rivera, che oltre ad urlare al microfono suona la chitarra, l’armonica, e, giusto per non farsi mancare niente, anche alcuni brani alla batteria. Sì, avete letto bene, la batteria di questo album è stata registrata da quattro persone distinte, ed io, con tutta sincerità, devo confessarvi di non averci fatto minimamente caso; complimenti a chiunque abbia picchiato le pelli, dunque! Le influenze presenti nei dodici brani di questo sferzante lavoro sono molteplici, dal post-hardcore al metal estremo, con una spolveratina di post-rock qua e là. “The Pain of Being Awake”, terzo brano dell’album, parte come un fulminante brano metalcore, sostenuto da una vigorosa batteria, per poi aprirsi a sonorità più emotive sul finale: la bravura dei Gillian Carter sta proprio qua infatti, riuscendo a miscelare parti violente ad altre più ragionate e malinconiche. La quarta traccia è la prima a presentare una vera e propria influenza post-rock, facendoci fluttuare nell’aria con le classiche chitarre pulite e tremolate, alla Explosions in the Sky, per intenderci. Niente di assolutamente nuovo, ma comunque assai piacevole all’ascolto.
Salvation Through Misery vanta anche di due tracce strumentali, che, pur avendo la funzione di far riposare momentaneamente le nostre orecchie, funzionano egregiamente, in particolar modo la seconda, grazie all’uso dell’armonica e della chitarra acustica. Un brano che pare quasi spensierato, ma allo stesso malinconico, suggerendoci, grazie al titolo, la tiepida rassegnazione del vivere isolati. Concluso il breve intermezzo arriviamo, a parer mio, al miglior pezzo dell’intero album, “Watching a Friend Die”, il quale va a chiudersi con dei bending di chitarra che trasmettono nient’altro che dolore, ricordando le sonorità del Midwest emo, ed in particolar modo dei Mineral. D’un tratto, il disco finisce. La sensazione è quella di aver perso qualcosa di caro a noi, la quale riusciva a dare un senso a tutto il caos nel quale eravamo immersi. I Nostri riescono nell’impresa di risultare convincenti pur mescolando diversi generi musicali, arrivando perfino nelle lande del black metal per quanto riguarda la scrittura della batteria. Il rischio, spesso, quando la musica viene contaminata da numerose influenze, è quello di dare vita ad un miscuglio insipido, magari non riuscendo a convincere né i fan di un genere, né quelli di un altro; ma i quasi vent’anni di esperienza alle spalle della band qualcosa vorranno pur dire, ed infatti questo problema non si pone. L’album scorre piacevolmente, riuscendo a placare la nostra sete di violenza sonora, grazie ai ricorrenti e furiosi blast beat, e ad una furba mescolanza di parti melodiche ad altre voraci di spazio, pronte a divorare tutto, in un mondo in cui trovare un proprio spazio è sempre più difficile, anche per quanto riguarda la musica.
Le idee certamente non mancano ai Gillian Carter, i quali riescono a differenziare i brani dell’album piuttosto bene, pur non inventando niente di nuovo, riuscendo a farci percepire un forte stato di disagio in poco più di venti minuti, ma anche aiutandoci a sentirci un po’ meno soli, in un mondo che sembra far di tutto per metterci nella situazione opposta. Consiglio dunque questo lavoro a chiunque ami lo screamo, il post-hardcore e tutta la musica che oltre ad essere urlata e suonata veloce, riesce, almeno un po’, a smuovere emozioni dentro di noi, troppo spesso anestetizzate dalla frenesia di questo freddo mondo.
(Skeletal Lightning, 2022)
1. Life is Hell, Hell is Fucked
2. Drowning in Poison (Looking for an Escape)
3. The Pain of Being Awake
4. Borrowed Time
5. Serene Landscapes of a Violent Utopia
6. Forced into a World of Shit
7. Lake of Misery/Heart of Hatred
8. Crucified Upside Down
9. Abandoned & Lost in Time
10. Nothing Ahead of Us
11. Living in Isolation
12. Watching a Friend Die