Il chiaroscuro nell’arte pittorica è una tecnica che permette di far risaltare le immagini donando loro profondità e sfumature in un gioco di luci e ombre, in realtà possibile solo partendo da quest’ultime, per definire contorni e forme di ciò di cui siamo spettatori; è inoltre il passo successivo nell’arte pittorica, passo che porta l’evoluzione da un tratto lineare verso una più dettagliata realtà. Mi chiedo se questi riferimenti siano stati o meno il faro del quartetto statunitense nella scelta del nome della loro ultima uscita sotto Moment of Collapse, appunto Chiaroscuro, ma quel che è certo è che ritrovo molti degli elementi di cui sopra nella loro proposta. Difatti i Closet Witch, arrivati ora al loro secondo full-length (oltre a svariati EP), si muovono oltre i classici dettami di un genere molto radicale e intransigente (a tratti fin troppo immobile e lineare) quale il grindcore punk, compiendo un passo in avanti, virando e spingendo verso una formula molto più personale sfociante in atmosfere tanto sulfuree quanto tecniche di matrice math: sono proprio quest’ultime a balzare all’attenzione, in quanto non risultano mai un esercizio tecnico fine a se stesso quanto un’aspetto estremamente integrato, mai pesante o scontato e sempre al totale servizio del pezzo.
L’uso dell’ombra in questo magnifico e al contempo terribile dipinto non è confinato solo alla proposta strumentale, ma viene sottolineato dai testi permeati da una frustrazione e disperazione tale da far intravedere con estrema difficoltà ben pochi barlumi di luce e speranza espressi in maniera impeccabile dall’ottima prova al microfono di Mollie Piatetsky, mai come ora in totale padronanza delle sue doti canore. Un ulteriore plauso va alla produzione del disco, con i vari strumenti sempre estremamente tecnici e coesi ed amalgamati alla perfezione e con la voce giustamente “dentro”, andando a creare un’implacabile muro di suono. Caustici, violenti e ferali i Nostri colpiscono pezzo dopo pezzo, implacabili, ancora una volta dando prova di una marcata espressività compositiva, mai ripetuta o scontata sia sui brani più corti quanto su quelli di maggior minutaggio. Notevole e ben nutrito, inoltre, il numero di feat illustri (su tutti Dylan Walker dei Full of Hell e Dan Lee dei Wanderer) che hanno prestato servizio in questa uscita discografica, dandone il giusto valore senza mai però oscurare neanche per un secondo la qualità del quartetto in carica.
È inevitabile: ciò che Chiaroscuro lascia è la voglia e l’esigenza di averne di più, speranzosi quanto prima di sperimentare tutta la furia dei Closet Witch in un contesto live qui in Italia dove tutta la loro attitudine, ben documentata da performance esplosive, possa avere sfogo per noi, in noi e contro di noi.
(Moment of Collapse Records, 2023)
1. Intro
2. Constantly Problematic
3. Haunting
4. And Releasing (Feat. Frankie Furillo of The Central)
5. My Words Are Sacred (Feat. Dylan Walker of Full of Hell)
6. Infinite Imbalance (Feat. Stu Cline formerly of Ice Hockey)
7. You, Me & My Venus in Decay (Feat. Dan Lee of Wanderer)
8. Arlington Cemetery
9. Well Fed Machine
10. We Met On The Park Boundary Trail
11. Funeral Flowers
12. To The Cauldron (Feat. Stu Cline formerly of Ice Hockey)