Dopo il promettente EP Non è mai del tutto buio, datato 2020, i milanesi Blame Art tornano a farsi sentire compiendo il grande passo della pubblicazione del primo full-length. La genesi si è protratta a lungo, se si pensa che la sua pubblicazione è arrivata dopo sette anni di attività per i Nostri, ma in ogni sua nota si sente il risultato di un lavoro minuzioso e ben costruito, che trasuda una non indifferente maturità. Il disco si intitola Aneuma, e una sua anticipazione era disponibile da un paio di mesi vista la pubblicazione del doppio singolo Simbionti / Sorgenti, con il primo dei due brani che appare anche come opener del nuovo lavoro. Già quei due pezzi facevano intravedere composizioni intriganti, abili nell’unione di numerosi stili che qui ritroviamo con vedute ancora più ampie e ben amalgamate.
Come accennato, è “Simbionti” a introdurre l’ascolto, dandogli un incipit sognante grazie al delicato arpeggio in pulito con cui muove i primi passi. Partendo da questa sensazione il brano si evolve abbracciando la carica coinvolgente di uno screamo/post-hardcore dagli accenni eterei, man mano sempre più presente fino all’esplosione sonora finale, e introducendo in maniera decisa ed efficace l’atmosfera generale del disco, in tutta la sua varietà. Si sente una grande cura nei confronti di un lavoro strumentale dinamico e senza confini, che non si fissa dei paletti ma esplora scenari in continuo mutamento collegandoli con una fluidità costante. Questa montagna russa tra sfuriate emotive e passaggi eterei, e la loro convivenza bilanciata, si rende ancor più palese con la successiva “Girandola”. Il brano inizialmente torna a mettere in evidenza le connotazioni soffuse dello stile del trio milanese, con un cantato leggero e accattivante e un continuo dialogo della controparte strumentale con un groove tagliente tra post-rock e accenni dream pop, e anche nei suoi passaggi più serrati e di maggiore intensità riesce a mantenere in primo piano quest’anima. È degna di nota la natura caleidoscopica dell’ascolto; le sue trame esplorano svariati scenari senza alcun timore, e ciò che rimane evidente è la sensibilità viscerale delle composizioni, oculate nel trovare le soluzioni più convenienti affinché Aneuma abbia un impatto quanto più coinvolgente ed emotivo possibile. In questo contribuisce molto il cantato, che accentua sia l’anima più delicata che quella più sferzante dei brani, a seconda degli istanti in cui viene chiamato in causa, con dei testi in italiano suggestivi e introspettivi. Proseguendo nella seconda metà del disco la sostanza non cambia considerevolmente, il sound dei Nostri mantiene la sua eccentricità, e anzi la sviluppa con canzoni ancora più ampie e sfaccettate. Un chiaro esempio è “6 Grammi”, che dopo una partenza irregolare e una parte centrale più graziosa, aumenta il suo vigore nel finale, mantenendo comunque intatta la propria personalità. Il segreto di questo album è proprio la coerenza che non viene scalfita dalla natura eterogenea delle composizioni, un’intensità che si muove dinamicamente mantenendosi sempre accattivante.
Eclettici e ambiziosi, i Blame Art hanno trovato un buon equilibrio tra la delicatezza di shoegaze e dream pop, la carica viscerale degli elementi emo/alternative rock e la robustezza del post-hardcore, passando per screamo e post-rock. Aneuma è un intreccio di tutte queste sonorità che sa di fresca boccata d’aria, una proposta intrigante che conferma e rafforza le buone suggestioni del precedente EP e che può fare al caso di un’ampia gamma di ascoltatori viste le molteplici sonorità chiamate in causa.
(Non Ti Seguo Records, No Funeral Records, Clever Eagle Records, Dancing Rabbits Records, 2024)
1. Simbionti
2. Girandola
3. Nido
4. 6 Grammi
5. Tra i ricordi
6. Considerazioni Genetiche