In questo lugubre mondo permeato di paura, vuoto e disperazione (cit.), sapere che qualcosa là fuori non cambierà mai è come un faro nella notte e certi generi, così come certi dischi, mi fanno fortunatamente sentire così: una coperta di Linus esistenziale che nonostante il mondo sia una merda e poi muori (cit.), mi fa sentire sicuro e tranquillo. Tutta ‘sta poesia e filosofia per descrivere un album di classico death metal può sembrare eccessivo, ma queste sono le sensazioni che questo nuovo lavoro dei Coffin Rot mi ha fatto provare. I Coffin Rot sonon una band americana proveniente da Portland, con all’attivo parecchi demo e split ed un album uscito nel 2019 intitolato A Monument to the Dead che se non ricordo male fu accolto molto bene. Adesso, dopo 5 anni di silenzio, se ne ritornano con una nuova fatica intitolata Dreams of the Disturbed.
Le sonorità proposte dai Nostri richiamano la classica scuola nordamericana (Gorguts, Suffocation, Morbid Angel, etc.), ma mi ricordano anche altri grandi nomi classici, come ad esempio Entombed, e nelle parti più lente e cadenzate mi fanno tornare in mente i mai troppo menzionati Benediction. Dreams of the Disturbed è un album molto ben suonato e ben prodotto: la base ritmica è ben compatta e coesa, le chitarre sono solide e molto ispirate, e la voce non molla un attimo. In generale, tutte le canzoni sono molto ben scritte e dal punto di vista compositivo il disco è molto omogeneo e, nonostante molteplici ascolti, non sono riuscito a trovare una canzone meno valida rispetto alle altre. Non a caso ho menzionato i molti ascolti, perchè mi sono ritrovato ad ascoltare l’album svariate volte semplicemente perché è molto valido e non annoia, e l’ottima proposta fa venire voglia di premere play più volte. Le canzoni non sono mai troppo lunghe, ed in generale sono composte da un ottimo mix di parti più ritmiche e cadenzate che si alternano ad altre nelle quali i Nostri premono sull’acceleratore. A rendere le canzoni ancora più interessanti sono certi stacchi melodici, mai abusati, che danno veramente un qualcosa in più alle canzoni. L’album parte subito alla grande con “Slaughtered Like Swine”: un assalto frontale che fa da ottimo biglietto da visita per l’intero lotto. Come dicevo, le canzoni belle sono molte: “Unmarked, Shallow Grave” è forse la mia preferita, ed è una bella mazzata che non fa prigionieri, con un paio di break e cambi di tempo interessanti. Anche “Hands of Deaths” è molto bella e ricorda fortemente i primi Gorguts, e “Predator Becomes Prey” che strizza l’occhio ai Morbid Angel e dimostra tutta la bravura dei Coffin Rot.
In conclusione, i Coffin Rot hanno prodotto un album di solido death metal vecchia scuola, che farà felici molti estimatori del genere come il sottoscritto. Se siete fan di certe sonorità, non fatevi mancare Dreams of the Disturbed nei vostri ascolti quotidiani: vi renderà la vita più facile da sopportare.
(Maggot Stomp, 2024)
1. Slaughtered Like Swine
2. Perverted Exhumation
3. Lurking in the Cemetery
4. Unmarked, Shallow Grave
5. Living Cremation
6. Hands of Death
7. Predator Becomes Prey
8. The Howling Man