Un rullo compressore schiacciante e rumoroso si annida nelle sonorità dei Glacier, band post-metal americana nata a Boston che incarna un cupo e meticoloso viaggio strumentale di forte carisma e straordinaria qualità. Il combo, navigando sulle ali dell’entusiasmo, compie un percorso importante fatto di distorsioni ruvide raggiungendo mete importanti come il disco No Light Ever del 2019, che li porta in cima alla lista come notevole band visionaria e sperimentale. Quest’anno si confermano con il nuovo lavoro in studio A Distant, Violent Shudder per la label tedesca Wolves & Vibrancy Records, album che mette in risalto una bellezza unica e un timbro sonoro inconfondibile avvolto nella disperazione e in una piacevole sfumatura raffinata.
Partiamo subito dall’apertura chiara sulle note di “Grief Rolled in Like a Storm”, un brano potente con una dose di riff massicci e una sensazione devastante: la linea di chitarra furiosa accende una carica pesante che spazza via ogni elemento; segue poi un attimo sospeso di quiete con una batteria stupenda che regge l’urto e compie un bridge melodico, fino a tornare nell’inferno incendiario e un passaggio di voci campionate che concludono la traccia. La seconda composizione “The old timers said they’d never seen nothin’ like that” invita un tempo cavernicolo stile doom metal che marcia a dovere verso una chitarra leggera, strimpellando un motivo morbido cambiando poi direzione nella parte centrale verso una ritmica metallica di basso/batteria e un assolo lunare finale. “Distant/Violent” è il pezzo migliore del lotto: qui la malinconia prende piede a piccoli passi in una vibrante e atmosferica tensione crescendo in modo impeccabile, fino ad esplodere in una colonna sonora infernale a tinte quasi black metal. Un brano costruito alla perfezione che cattura fino alla fine lasciando di stucco. La breve “Sometimes it would be a week before we would see the sun” è un piccolo inquietante monologo con parole distorte che prendono vita nell’aldilà accompagnate da una tematica personale della chitarra in sottofondo. Chiudiamo con la tagliente “Sand Bitten Lungs”, una traccia violenta caratterizzata da una carica dura delle distorsioni che ringhiano sopra elementi noise e una pesantezza incredibile.
A Distant, Violent Shudder è un disco completo e equilibrato con tante sfaccettature diverse che si lasciano gustare senza annoiare, portando le idee dei Nostri verso un trionfale lavoro finale originale e godibile.
(Wolves & Vibrancy Records, 2024)
1. Grief Rolled in Like a Storm
2. “The old timers said they’d never seen nothin’ like that”
3. Distant/Violent
4. “Sometimes It would be a week before we would see the sun”
5. Sand Bitten Lungs