Il power trio progressive francese Lizzard si riaffaccia sulle scene con un nuovo lavoro in studio, mescolando ancora una volta le carte della musica sperimentale in modo eccellente. Mesh è il degno successore del travolgente Eroded uscito nel 2021, e viene prodotto dalla label tedesca Pelagic Records. Un capitolo convincente con dieci tracce nuove di zecca che procedono a ritmo sostenuto verso un impeccabile timbro eccentrico e si cullano dolcemente nelle melodie uniche del vocalist Mathieu Ricou e nella granitica ritmica di Katy Elwell (batteria) e William Knox (basso), completando un album semplice e riflessivo che dà ulteriore forza produttiva al gruppo.
L’apertura dura e martellante nell’attacco iniziale di “Unity” riscopre una tematica aggressiva e liberatoria della voce in una struttura interessante che non si piega ai colpi devastanti della batteria, il passaggio tecnico di chitarra poi rafforza una melodia struggente e un ritornello armonico. La seguente “New Page” invece ha dei toni più spaziosi con un arpeggio post-grunge e una sfumatura sognante che si apre come un gioiello prezioso, nonostante i cambi trascinanti e complessi, fino a ruggire in un cambio distorto e una soffice emozione finale. “Elevate” è un brano morbido con un sensazionale bridge ben orchestrato che entra nell’anima e rallenta sulla parte centrale in modo intelligente. Segue uno dei punti più alti di questo lavoro, “Black Sheep”, con un tempo martellante, un tocco di basso che rimbomba in una vibrazione oscura e un testo forte che si uniscono per comporre una traccia stupenda, per un deciso cavallo di battaglia. “Home Seek” e “Mad Hatters” sono piacevoli canzoni che scorrono verso tematiche sentimentali e lasciano sulla pelle numerosi pensieri affettuosi senza distorcere troppo l’attenzione. L’assolo caloroso di “The Unseen” dà sfogo al riff pesante iniziale in chiave progressive metal. Arrivati al trittico finale ci gustiamo la strumentale e raffinata title-track “Mesh”, caratterizzata da sonorità leggere e da una godibile produzione, passando per le terre desolate di “Minim” e la pulsante “The Beholder” che chiude il disco.
I Lizzard ci deliziano le orecchie con questo quinto album della loro carriera, narrando una profonda storia ricca d’ispirazione e grande impatto emotivo; un’opera grandiosa che rispecchia lo studio ricercato verso ritmiche complesse in stile Porcupine Tree, per un viaggio stimolante e completo.
(Pelagic Records, 2024)
1. Unity
2. New Page
3. Elevate
4. Black Sheep
5. Home Seek
6. Mad Hatters
7. The Unseen
8. Mesh
9. Minim
10. The Beholder