Il quartetto americano The Clearwater Swimmers inizia il suo percorso nel Maine con un’idea principale solista del musicista Sumner Bright che dopo svariati tentativi e uno studio celebrativo musicale completa un gruppo di amici e cultori del genere indie rock, per un progetto gratificante e sentimentale. Quest’anno riescono ad esordire con l’album di debutto omonimo, distribuito dall’etichetta New Martian Records. Questo capitolo è una raccolta generale di diversi stati d’animo che descrivono malinconia, attimi dolorosi ed esperienze personali per un buon disco attraente e raggiante.
Il brano d’apertura “Valley” è un’emozionante storia delicata con una linea vocale da pelle d’oca che descrive un momento fragile e nel tono di chitarra lucido fa capolino una linea distorta nell’assolo finale. Segue il tocco corposo e sicuro di “River”, con profondi arpeggi malinconici e una leggera esecuzione sognante racchiusa in un passaggio sensibile. “Let Us Be Strangers” invece regge un tempo quasi western, cavalcando un’onda sonora morbida che mette in primo piano le percussioni precise di fondo e il giro di pianoforte autentico; una sensazione bella e struggente al suo passaggio ma che non cattura la giusta attenzione. Per poi riprendersi a dovere sulle note ampie di “Proud”, un’energica composizione che porta le sonorità della band verso lidi grunge sinfonici. Stesso discorso vale per la sensuale “Man of God”, con una produzione ottima ricca di suoni notevoli finalizzati in uno dei brani migliori dell’intero lotto. La seconda parte del disco si apre con una take riflessiva e raggiante, “Firewood”, che viene inserita nel modo giusto rafforzando un passaggio sonoro emblematico che rimane impresso nella mente di questo lavoro. La batteria leggera di “Heaven’s A Bar” colora un’altra traccia amorevole che avvicina le melodie dei primi Radiohead, con una base anni Novanta e una dolce armonia del testo. Prima della fine ci trasciniamo nelle armonie sentimentali di “Weathervane”, uno dei brani più dolci con un sound semplice e essenziale, passando per la grintosa “Kites” e un balzo negli anni Settanta in chiave folk rock che non rimpiange l’intramontabile Neil Young. Chiudiamo con il momento acustico di “Radiant”, la demo originale di Bright eseguita con grande personalità.
I The Clearwater Swimmers non conquistano la scena con un prodotto innovativo e nuovo, ma ciò nonostante riescono ad effettuare una riflessione attenta e matura attirando l’attenzione dell’ascoltatore nel modo giusto.
(New Martian Records, 2024)
1. Valley
2. River
3. Let Us Be Strangers
4. Proud
5. Man of God
6. Firewood
7. Heaven’s A Bar
8. Weathervane
9. Kites
10. Radiant