Alle volte non so se devo vergognarmi o meno nel non conoscere una band, come questi Faithxtractor in circolazione da vent’anni, con Loathing & the Noose che è il loro quinto album in studio. Al contempo mi guardo allo specchio, mi do una pacca sulla spalla e mi dico “ciccio, là fuori c’è un miliardo di band in circolazione, la giornata è sempre di 24 ore, devi anche dormire, eh” e mi rassereno. Posso così ritenermi felice nel scoprire robetta sempre nuova.
Nello specifico la band – oddio, band, fa praticamente tutto Ash Thomas, già coinvolto in decine di altri gruppi, senza contare le comparsate in altri album, il lavoro come produttore e chissà quant’altro: che la sua giornata duri più della mia? – non è che faccia qualcosa di innovativo, e va benissimo così: il death metal che sgorga copioso in queste otto tracce è un viaggio nel tempo. Ash Thomas, novello Emmett Brown con una DeLorean fiammante, ci riporta indietro di qualche anno, siamo in piena Golden Age del metal estremo, fa caldo in Florida, i Morbid Angel dettano legge e lo fanno a colpi di album entrati nella leggenda. Ma attenzione: Faithxtractor non è l’ennesimo gruppo che fa del revival il proprio credo (non ci sarebbe nulla di male, tranne quando col revival si respirano i miasmi del metal karaoke) bensì una bestia infernale che arriva da tempi lontani – perché venti, venticinque anni, nel mercato discografico 2.0 sono praticamente delle ere geologiche – e convince appieno con un album che è un gioiellino fatto e finito. I rimandi ai Morbid Angel, Hate Eternal, Deicide, ma anche ai Suffocation e quell’atmosfera maligna del death doom, non tratteggiano mai un citazionismo d’accatto bensì un aver appreso al meglio la lezione dei primi della classe. L’esempio, la direzione, la via. Il duo americano (Ash Thomas, in un impeto di generosità, lascia il basso alla sua socia Zdenka Prado) tira fuori un lotto di brani ispiratissimi; possiamo così godere di momenti concitati, dove la velocità e la violenza la fanno da padrone, ma anche di parti più rallentate, con l’irruenza declinata in maniera più subdola, quasi suadente, con melodie stranianti, moderni canti di sirene. Il growl profondo di Thomas è ottimo, accompagnando benissimo il delirio cangiante di questo disco che non ha davvero nulla da invidiare ai capolavori del genere. Esagerato? Non penso, la musica alla fine non deve essere una scienza esatta, non possiamo certo decodificarla in maniera chirurgica. Va fatta scorrere, deve colpire dove e come vuole, lasciando a noi l’unico compito che si possa concepire: goderne.
E credetemi, questo Loathing & the Noose di momenti goderecci ne regala tantissimi. Extreme onanism for extreme people, parafrasando il Sommo.
(Redefining Darkness Records, 2025)
1. Noose of Being
2. The Loathing
3. Fever Dream Litanies
4. Flooded Tombs
5. Ethos Moribund
6. Caveats
7. Beholden to Nightmare
8. Cerecloth Vision Veil