Su uno sfondo sonoro ipnotico gli americani SOM esplorano un percorso intenso e ambizioso con un sound ricercato che cattura a dovere. La band, a distanza di tre anni dal full precedente The Shape of Everything, torna sulle scene con un bagaglio musicale più ricco e maturo, proseguendo il proprio cammino nel nuovo album Let the Light In prodotto ancora una volta dalla label tedesca Pelagic Records. Un lavoro che mette in primo piano questi musicisti dal talento unico a prendere una decisione in un bivio serio e introspettivo, dove tutti gli elementi orecchiabili spingono verso un confine pesante e dissonante racchiuso in un notevole obiettivo.
L’apertura dell’album è affidata a “Don’t Look Back” con un gancio pesante e avvolgente della ritmica che lascia subito libero sfogo alla linea melodica vocale e a un’emozione dolce e confortevole. Sul cambio poi l’espressione sognante del testo avvolge una buona traccia d’impatto, lasciando un primo tassello di partenza importante. Segue la title-track “Let the Light In” dal tono forte post-metal, con un sospiro iniziale che trasmette una sensazione di abbandono e riferimenti ai Deftones; un brano grandioso con una parte di batteria da tenere d’occhio che regge il tempo cavernicolo e atmosferico. “Chemicals” invece è un’opera epica, con il suo inizio duro prima di librarsi leggera in una vibrazione malinconica, fino a completare una canzone stupenda, la migliore del lotto, con un finale brutale. In “The Place That I Belong” i Nostri colorano il paesaggio di un’oscurità misteriosa, le chitarre viaggiano in una timbrica quasi alternative rock e la voce trova riparo in una tematica sognante. La seconda parte del disco si accende sulle note infernali di “Give Blood” che diventa man mano più tranquilla nel testo e poi, con la giusta dose di distorsione eccentrica, conclude un ritornello mozzafiato. Il trittico finale inizia con il riff potente di “Nightmares”, una traccia rocambolesca, passando per gli attimi più doom pop di “Under Streetlights” che adagia i sentimenti su un piano amorevole. Chiude il lotto “The Light”, un brano brillante che mostra la natura geniale del gruppo, descrivendo a pieno un momento esilarante di un’esperienza preziosa.
Let The Light In è un disco roccioso e riflessivo che immerge l’ascoltatore in un’esperienza formidabile, illustrando il mutamento musicale e evolutivo dei SOM.
(Pelagic Records, 2025)
1. Don’t Look Back
2. Let The Light In
3. Chemicals
4. The Place That I Belong
5. Give Blood
6. Nightmares
7. Under Streetlights
8. The Light