Il fenomenale percorso cosmico dei Dead Meadow, trio hard heavy americano nato nel lontano 1998, ha segnato un’intera generazione musicale portando in stampa dieci capolavori in studio ricchi di sfumature vintage ed emozioni espansive che arrivano dritte al cuore, caratterizzati da un timbro psichedelico unico su tutta la scena anni Novanta. Questo nuovo capitolo Voyager To Voyager, distribuito dalla label romana Heavy Psych Sounds, è un ennesimo tassello fondamentale nella loro carriera che racchiude anche un momento duro e pesante da affrontare: il lutto dopo la prematura scomparsa del bassista e fondatore Steve Kille nel 2024. Un lavoro profondo ed espansivo che tocca diversi temi culturali e personali, con il solito marchio di fabbrica eccellente ed emozionante dei Nostri.
Il disco inizia sul groove ovattato e malinconico di “The Space Between” con un tipico giro di chitarra classic rock e la voce che inoltra un cammino sontuoso e sentimentale, creando un ritmo ondulatorio e di grande fattura. Segue il timbro antico e medievale di “Not The Season”, un brano che riprende strutture solide anni Settanta in stile The Kinks, esplorando una vibrazione semplice e lineare con tanto di solo graffiante sul finale. Con “The Unhounded Now” invece si inizia a fare sul serio con la situazione che diventa calda; qui entra in azione l’organo profondo e un riff massiccio a tinte blues roll che regge a pieno una composizione ritmata notevole. “A Wave Away” rallenta gli animi con una sensazione dolce e la linea vocale sensibile a rilento si incastra in un ambizioso passaggio ruggente di chitarra, sporcando il cammino con un emozione da brividi. Le voci armoniche in “A Question of Will” cavalcano un tempo allegro lasciando un’impronta lucida di matrice funk rock. Ci avviciniamo alla fine con le ultime chicche ,partendo dal ritmo sostenuto di “Dead Tree Shake” e un chiaro segnale verso le polverose strutture dei Dinosaur Jr., padrini indiscussi della scena grunge, per completare uno dei brani più belli e completi dell’intera posta. Passiamo poi alla penultima “Small Acts of Kindness” che abbraccia una lenta e estenuante melodia sognante. La chiusura infine arriva con la title-track, un’opera incredibile di otto minuti con tutti gli elementi visionari e dissonanti che si calmano in una parte centrale dai toni inquietanti, per poi riprendere la corsa concludendo l’album in modo unico.
Nonostante la tristezza e il momento infelice che ha circondato la realizzazione di questo disco, Voyager To Voyager è un buon risultato con il sound che pian piano prende il sopravvento al di sopra di orizzonti freschi e distorti, mettendo i Dead Meadow al centro di una produzione notevole e creativa.
(Heavy Psych Sounds Records, 2025)
1. The Space Between
2. Not The Season
3. The Unhounded Now
4. A Wave Away
5. A Question of Will
6. Dead Tree Shake
7. Small Acts of Kindness
8. Voyager to Voyager