I Lifetaker si stanno facendo grandi. Dal 2018, anno della formazione della band di Dortmund, hanno pubblicato quattro lavori, in alternanza tra EP e album completi, incentrando le proprie fortune su di un grindcore basico, sporco fino all’eccesso, dove essere grezzi e risultare indigesti ha rappresentato un vanto per i Nostri. Brani corti, serrati, con vocals abrasive tra scream che puzzano di hardcore ma anche di black metal, accenni di growl non profondissimi, una verve che rispecchia l’amore per il crust punk, ed ecco servito un piatto vincente, seppur poco fantasioso e innovativo.
Ma perché dico che si stanno facendo grandi? Perché dopo la pandemia, con l’uscita dalla lineup del loro batterista, ecco che i restanti membri della band non si sono persi d’animo, assorbendo questi accadimenti, spalle larghe e via a provare nuove soluzioni, abbracciando sonorità più cupe, vicine all’industrial, al noise, sollevando il piede dall’acceleratore; il nuovo EP suona maligno, può piacere anche a chi ama le paludi dello sludge, qui irrimediabilmente inquinate da colate di materiale tossico di industrie in disfacimento, dove macchinari infernali producono rumori sinistri, fastidiosi, quasi inascoltabili. Le vocals abbandonano i registri del grindcore, ora sono urla apocalittiche, piene di effetti, c’è disperazione e angoscia in ogni parola, non c’è traccia di salvezza.
In venti minuti i Lifetaker riescono a convincere su tutta la linea, con un cambiamento inaspettato, con un nuovo modo di far male, di portare avanti un discorso musicale che non può fare a meno della decadenza umana, del macerare delle carni. Il caos che procede a passi spediti, marziale, cadenzato, grevi rintocchi di una fine imminente. Industrial e noise in primo piano, con scorie blackened e post-hardcore, per chi gode nel malessere di Thorns, Diabolical Masquerade, Today Is The Day, Pupil Slicer, Full of Hell.
(Ván Records, Summer Darling Tapes, 2025)
1. Totsignal
2. Schattenkabinett
3. Alpha Centurio
4. Maschinensturm
5. Herbsthunde der Karpaten