
Penso agli Entombed. Penso agli At The Gates. Penso ai primi anni Novanta, ad una Svezia ridotta in fiamme dalla corrente death metal che seppe regalare dischi leggendari e band altrettanto fondamentali. Partendo dal movimento hardcore/punk, il death nord europeo si è diviso in due: Göteborg è nota per il melodic death metal, mentre Stoccolma per il suono più grezzo. Ed è qui che i Vibratacore, con il loro nuovo album Nova, si collocano. Senza dimenticare le proprie radici, partendo dal nome scelto: come riportato nella biografia, il gruppo prende il nome da un gioco di parole costituite dal luogo di provenienza – Val Vibrata/Teramo – e “core” che nel dialetto teramano significa “cuore”, quindi, si legge come è scritto in italiano. Il gruppo abruzzese abbraccia tutto il panorama estremo con un lotto di canzoni che sanno spaziare dai succitati hardcore e death metal, arrivando a lambire fugaci momenti smaccatamente grindcore, persino noise, con un sapore blackened che dona loro un’ulteriore sfumatura di malvagità.
Nova è un disco che non scende a compromessi. Non ci sono margini di trattativa, i Nostri non sono qui a cercare favori, non sono accomodanti, non puliscono casa per gli ospiti; se entrate, sostanzialmente, sono cazzi vostri e dovete lasciar perdere ogni speranza. Dieci tracce che tolgono il fiato, con quel riffing così saturo, corposo – il BOSS HM-2 è probabilmente l’ottava tromba delle Fanfare dell’Apocalisse, con buona pace dei credenti e degli stolti – e una sezione ritmica che prende Mercalli e Richter dicendo loro “ciccini, dai su, è ora di andare a nanna”. Un album che fa dell’intensità il suo pregio migliore. Quando si suona in maniera così onesta, col cuore, con i piedi piantati a fondo nella terra natia, quello che viene fuori non può che essere un ottimo lavoro. Nova è incessante nel suo pestare duro, chi ascolta diventa uno sparring partner, i Vibratacore sono un uragano di violenza, tra midtempo granitici e sfuriate in blast beat che sfondano più volte ogni velocità consentita dalla legge. La voce di Fango – che ho già incontrato nell’altro suo progetto Aikira, qui la recensione – è velenosa, corrosiva. Nuoce gravemente alla salute.
Quando si arriva alla fine dell’ascolto ci si ritrova sudati, provati, a tratti spaesati. Ma con una voglia incredibile di salire nuovamente sulla giostra per un altro giro. Venghino siore e siori, la fine del mondo sta per iniziare.
Nova, pubblicato nel 2025, è l’ultimo album dei Vibratacore ed è dedicato a Sandro NOVA Novelli il batterista del gruppo rimasto paralizzato a seguito di un incidente nell’estate del 2023. Il lavoro, registrato con l’aiuto di Stefano Rutolini (Stormo) alla batteria, raccoglie composizioni arrangiate insieme a Sandro fino all’epoca dell’incidente e definisce il sound a cui la band è giunta attraverso la propria evoluzione stilistica. All’interno dell’album ci sono anche due bonus tracks registrate proprio da Sandro prima del tragico evento. Al disco è legata una campagna crowdfunding volta a contribuire alle spese mediche e logistiche che Sandro deve e dovrà sostenere quotidianamente.
Campagna Crowdfunding: gofund.me/7df2d453
(Mondo Chaos, Malammòre DIY, Rabid Dog Records, Rumori in Cantina Records, THC DIY Prod, Wrong Disk Records, 2025)
1. Intro
2. Korrosive
3. Wretched
4. Martyr
5. End of Life
6. What is Mine
7. Hate
8. No God
9. Martyr (Bonus Track Version)
10. What is Mine (Bonus Track Version)


