
Alle volte non occorre sapere vita, morte e miracoli di una band per apprezzare – o criticare – un loro nuovo album in studio. Anzi, credo che ogni disco sia la cristallizzazione di un attimo, una foto indelebile di un preciso istante e come tale vada trattato. I moja ce la fanno pure facile con un lavoro, questo I’m hungry !!, che ci mette pochissimo ad entrare nella testa, creando scompiglio e smarrimento, con un noise rock sfrontato e cafone. Il duo composto da Masumi (batteria e voce) e Haru (basso e voce) si inserisce perfettamente nella tradizione noise che il Giappone ha imparato a farci conoscere da parecchi anni a questa parte, e con esso pure il progressive rock, il grindcore, l’avantgarde e una forma malata e deviata di jazz che pare uscita dalle profondità degli inferi.
Il nuovo disco è crudo, asciutto, ogni canzone è un omaggio alla natura più viscerale dell’animo umano; viene voglia di denudarsi, non solo fisicamente, lasciandosi andare a movimenti liberi del corpo, invertebrati, lesionati, sfilettati, eviscerati. Cenci buttati a terra, presi a calci dal duo, così vitale, così brutale. I’m hungry !! è un’opera che non si prende mai troppo sul serio, seppur sia un concentrato di forza e violenza – declinata in una formula subdola, che finge accoglienza, sorrisini e lustrini, inchini e buone maniere, salvo poi incularci a secco – con una sua connotazione fortemente punk, di quel punk che sputa in faccia la sua emergenza comunicativa, così come deve essere, senza tanti filtri che, ahimè, spesso rendono irriconoscibili altri gruppi. La band dichiara che “La nostra musica non ha testi romantici, né fa uso di parole dolci per confortare l’ascoltatore. Si tratta, invece, di sentire il ritmo, il gonfiarsi dei riff, la collisione dei suoni, e i momenti in cui le emozioni dei Moja e quelle del pubblico si intersecano e scatenano una reazione” ed il loro pensiero trova conferma con un sound preciso, quadrato nelle intenzioni, fantasioso nella costruzione, sorprendente nelle sfumature; senza rinunciare ad una certa influenza pop, culturale, cerebrale, in technicolor. Un album che è una secchiata d’acqua gelida sulla schiena, un album che smorza il fiato, un album che tira una riga sull’orizzonte; se la terra fosse realmente piatta, oltre quella riga si cadrebbe nel vuoto, un vuoto che i moja creano e gestiscono, andandolo a riempire con qualcosa di fortemente, e fondamentalmente, personale.
D’altronde le parole della band non fanno che confermarlo: “Il suono che vogliamo creare è qualcosa che, alla fine, solo noi possiamo comprendere veramente“.
Noi, ascoltatori, siamo la terra arida che accoglie questa pioggia acida, siamo germogli di un nuovo mondo.
“Ecco, io faccio nuove tutte le cose“
(Overdrive Records, 2025)
1. Excuse me
2. Food
3. No thank you
4. Oh my God!!
5. Alien
6. Making noise
7. Zero


