Il percorso musicale degli americani Abrams inizia a Denver nel 2013 contornato da melodie avvincenti e un sound di matrice stoner rock; con il passare degli anni la band sperimenta diverse influenze sonore toccando anche il progressive e il post-hardcore. Tutto lo studio graffiante viene racchiuso nell’album d’esordio Lust. Love. Loss del 2015, consolidando il loro operato come punta di diamante della scena rock del momento. In questo nuovo full-length (il quinto della loro carriera) dal titolo Blue City, pubblicato dalla label Blues Funeral Recordings, I Nostri aprono un nuovo, massiccio capitolo e intraprendono un notevole viaggio psichedelico, confermando così le grandi aspettative dei fan. Un disco interessante che materializza la paura di affrontare le cose e il nuovo che si avvicina, creando un habitat per estrapolare le proprie sensazioni come un rifugio familiare.
L’iniziale “Tomorrow” apre la strada a un riff frizzante di chitarra e ad una frenetica corsa, dove il groove liberatorio accoglie il ritornello deciso e una linea vocale sensuale che si arresta su un assolo abile e intenso. Segue “Fire Waltz” con una potente struttura che ci culla dolcemente in una melodia sensibile e accogliente; un brano godibile che gioca sul cambio di tempo eccezionale e la ritmica rocciosa. “Etherol” invece dimostra delle sfumature diverse e un’atmosfera quasi shoegaze; qui notiamo il cambio di rotta della band con un dissonante tocco viaggiante, mantenendo sempre l’insieme di riff tuonanti. “Lungfish” poi modera l’intensità con una batteria morbida e ricca di mistero, una traccia che racconta un segreto sussurrato dalla voce mistica del frontman Zach Amster e uno dei brani più belli dell’intera posta. Stesso discorso si affronta sulla malinconica “Wasted Time” e il suo nucleo di riverberi che compiono un salto in avanti. La rabbiosa “Death Om” rappresenta un emozionante ritorno al passato, una composizione che esprime una tensione consapevole con una ritmica ritmica infernale e contagiosa. Ritmica che si diversifica dalla seguente “Turn it Off”, con un richiamo al grunge stile Soundgarden. Il trittico finale è composto dall’ipnotica “Narc” con una buona manciata di vibrazioni lente e riflessive, dal blues spettrale di “Crack Aunt” e dal significativo brano finale, la title-track “Blue City”, una canzone sorniona che chiude in maniera matura e trascinante quest’opera tagliente.
Gli Abrams danno vita a un nuovo e sorprendente cammino con la consapevolezza di osare e impattare in una gloriosa storia di vita vissuta.
(Blues Funeral Recordings, 2024)
1. Tomorrow
2. Fire Waltz
3. Etherol
4. Lungfish
5. Wasted Time
6. Death Om
7. Turn It Off
8. Narc
9. Crack Aunt
10. Blue City