L’evoluzione solida degli americani Abrams continua sul percorso sensazionale iniziato nel 2013 a Denver, in Colorado, con la produzione di tre EP diversi tra loro, con sonorità vicine allo stoner metal. La band aggiunge un nuovo elemento alla sua line up e crea le basi energiche per il nuovo lavoro: In the Dark vede infatti l’ingresso di Patrick Alberts, fondatore storico della band hardcore punk statunitense Call of The Void, alla chitarra per dare una marcia differente al sound. Il disco, la cui produzione è stata affidata all’etichetta Small Stone Records, arriva subito dopo il duro periodo di isolamento, ed è un raffinato viaggio interiore, che descrive al meglio le paure affrontate in tutto il mondo, per un minaccioso e intenso timbro carico di adrenalina.
“Like Hell” inizia in modo pesante il cammino, con l’insieme di riff giganteschi e un’armonia notevole. Gli accordi potenti e ben strutturati arrivano dritti e corposi all’ascoltatore, come un pugno allo stomaco. Sulla linea vocale melodica si apre un paesaggio dormiente, che ci attira nel suo vortice dolce e orecchiabile; un brano duro e travolgente, in chiave alternative metal. Segue “Death Tripper”, una canzone caotica a tratti sgangherata, che avvicina le tematiche furiose in perfetto stile Mastodon. Le chitarre si spostano su una cavalcata che ruggisce alla luna su un’atmosfera sensibile; dopo l’assolo acido si fa strada nel rumore infernale di fondo un ritornello epico e scorrevole. “Better Living” e “In the Clouds” sono invece due composizioni che calmano di poco gli animi con il loro tocco classico anni Novanta e ci trascinano in un mondo angelico, fino ad introdurre una psichedelia rocciosa, con linee vocali leggere e un’emozione preziosa. La vibrazione fuzz ipnotica apre la porta alla grinta di “Fever Dreams”, una traccia che mantiene un simbolo unico e riconoscibile. Stesso discorso vale per la successiva “Body Pillow”, un’opera che rallenta i ritmi del disco per un tiro martellante verso strutture doom malinconiche, strizzando l’orecchio agli esperimenti ruvidi dei Soundgarden; mentre invece il testo maturo di “Leather Jacket” esplode sulla distorsione magnetica e il groove caldo di basso, per un’ulteriore traccia precisa e dinamica. Verso la fine dell’album “White Sand” avvia una melodia stupenda della chitarra, intrisa di riverberi e un delay che fa intraprendere un percorso riflessivo all’ascoltatore. La title-track “In the Dark” è un capitolo commovente, che colpisce dritto all’anima, elaborando i mille torti di questa vita insicura. La conclusione arriva con “Black Tar Mountain”, chiudendo in bellezza con una deliziosa suite orchestrale e una narrazione cinematografica da urlo.
In the Dark è un capitolo emotivo che ci proietta nella magia struggente degli Abrams. I Nostri concentrano ogni secondo di quest’album sull’infinito bagaglio di riff lunari e graffianti, creando un flusso potente dentro l’oscurità.
(Small Stone Records, 2022)
1. Like Hell
2. Death Tripper
3. Better Living
4. In the Clouds
5. Fever Dreams
6. Body Pillow
7. Leather Jacket
8. White Sand
9. In the Dark
10. Black Tar Mountain
11. East Coast Dreams (Bonus Track)