A distanza dell’esordio di sei anni fa, torna sulle scene discografiche il supergruppo degli Acathexis. La band è formata da nomi noti e importanti del circuito black metal mondiale: Déhà (già con Wolvennest e Slow), Jacob Buczarski (mente dei Mare Cognitum) e Dany Tee (Los Males del Mundo), quindi una formazione che si divide tra Belgio, Argentina e Stati Uniti. Il sound che vanno a creare porta con sé tutte le influenze della band madri ma anche, seppur in minor parte, il background culturale di tre nazioni così diverse tra loro.
Immerse è un disco maestoso, emozionale ed emozionante, epico. Il black metal che il trio ci propone è ottimamente suonato, concettualmente impeccabile e colpisce al centro del cuore con passaggi mozzafiato, durante i quali la disperazione delle linee vocali, con lo scream di Dany Tee che raggiunge ogni angolo della nostra coscienza e ne fa scempio, ma soprattutto con una serie di riff e melodie raggelanti che Déhà, in altre formulazioni, ci aveva già spoilerato con i Wolvennest; il blast beat perpetuo di Jacob Buczarski è infine il mantice infernale che soffia assiduamente per tutti e quattro i brani. Quest’ultimi sono tutti lunghi, dai dieci minuti in su, e con una durata così è sempre facile cadere nel mortaio della ripetitività ma i Nostri, con un carico notevole di esperienza scansano abilmente il rischio e buttano giù un album che è (quasi) perfetto. Ogni brano è capace di mostrare una palette di colori ricchissima: dalla violenza irsuta della batteria (sia nelle parti tirate a mille che nei break, che creano più di un problema alla cervicale) allo scream che è un trapano nelle sinapsi – un diabolico strumento di tortura che lascia poco o niente del nostro cervello – passando da un continuo gioco di contrapposizioni, di contrasti, tra le diverse anime della band, dei progetti ad essa collegati, delle vite dei singoli musicisti coinvolti, del sapore delle proprie terre. Immerse è un piccolo compendio sulle emozioni umane, sulla vita che scorre, che spesso scivola attraverso le mani, perché non la puoi comprimere, non la puoi trattenere, lei va, fugge via. Nei testi gli Acathexis pongono domande, cercando di darsi delle risposte e sia le une che le altre sono parte di un’umanità che ha connessioni ancestrali, che nonostante le divisioni imposte ad arte, riesce ad essere, non sempre purtroppo, lo spettacolo più bello che ci sia. La Vita in frammenti, la Vita tenuta assieme, senza mai arrendersi, queste le parole del trio, mentre con gli strumenti tessono trame così naturali, organiche, fisiologicamente impossibili da rigettare, ed è qui che sovente l’approccio “cosmico” dei Mare Cognitum è la firma in calce a tutto il disco.
Se pensiamo a quanto sia affollato ed inflazionato il filone black metal e affini, con centinaia di uscite ogni anno, ecco che Immerse riesce ad essere un raggio di sole che scalda il cuore di coloro che, come noi, sanno aspettare, dopo ogni notte passata tra incubi e speranze, l’alba di un nuovo giorno.
(Amor Fati Productions, 2024)
1. Dreams of Scorched Mirrors
2. Adrift in Endless Tides
3. The Other
4. A Slow, Weary Wind