L’evoluzione musicale in questi ultimi vent’anni ha originato sonorità che trent’anni fa sarebbero risultate impensabili. Protendere verso un genere musicale fondato sull’estremizzazione sonora, l’incorporazione di dissonanze, tempi dispari ed atmosfere soffocanti risulta oggi uno dei leitmotiv più eccitanti del death metal. Tale scuola di pensiero che molto deve a numi tutelari come Immolation, Incantation e Gorguts ha ora intaccato pure il Bel Paese: ecco dunque gli Ad Nauseam, che presentano il loro debutto sulla lunga distanza.
Nihil Quam Vacuitas Ordinatum Est ci pone la difficile scelta di come procedere durante l’ascolto. Un approccio scettico probabilmente sarebbe più deleterio ed inutile che altro ma anche un’analisi esageratamente entusiasta della novità rischia di non rendere merito oggettivo al lavoro. Ebbene, cercando di essere più oggettivi del solito possiamo subito dire che non abbiamo tra le mani un cattivo lavoro, anzi. I ragazzi di Schio dimostrano oggi una completezza sonora molto più convincente rispetto alle due tracce presentate anticipatamente, esageratamente Ulcerate-oriented e prive di mordente, sfornando una dose massiccia di death moderno che ben si equilibra tra le varie influenze: gli Ad Nauseam riprendono diversi spunti dai già citati neozelandesi e dai Gorguts mescolandoli con una certa tendenza all’astrattismo propria dei Baring Teeth. I pezzi risultano ben bilanciati tra le cariche al fulmicotone e i brevi break incorporati qui e là, la voce varia quel tanto che basta per non doversi lamentare del solito growl monocorde, ma purtroppo le liriche non risultano così ben elaborate quanto il resto.
Da solo questo iniziale lavoro dei nostrani Ad Nauseam (magari un nome meno riconducibile agli Ulcerate sarebbe stato più azzeccato) ha tutte le carte in regola per affascinare e conquistare le masse di devoti a queste sonorità; purtroppo un neo lo si può trovare, anche se fondamentalmente concettuale. Infatti, nonostante la qualità intrinseca delle composizioni, le sonorità proposte non si discostano più di tanto dalla scuola di partenza e considerando la già cospicua discografia dei nomi sacri prima citati, nonché l’evoluzione già avvenuta nel sound dei nostrani Nero di Marte (unici che potevano essere a tratti ricondotti a queste sonorità) ci sorge il dubbio che il disco non sia uscito nel momento più propizio.
Tirando la somma dei pro e dei contro gli Ad Nauseam sono riusciti a realizzare un prodotto valido, a cavallo tra presente e passato, che non avrà problemi a farsi notare. Gli elementi presenti nel disco ci fanno anche sperare in una decisiva evoluzione sonora, che permetta loro di distinguersi tra tanti omologhi e conquistarsi un posto privilegiato nei gusti degli amanti del genere.
(Lavadome productions, 2015)
1. My Buried Dreams
2. Key To Timeless Laws
3. La Maison Diev
4. Into The Void Eye
5. Terror Haze
6. Lost In The Antiverse
7. The Black Veil Of Original Flaw
8. Superimposing Mere Will And Sheer Need