Non solo black metal. Il profondo nord (Europa) ci ha già fornito abbondanti prove della propria prolificità nell’ambito dell’estremismo sonoro, e gli Agenda sono qui per fornircene un’altra riprova. Quartetto norvegese attivo dal 2013, la band rilascia oggi Apocalyptic Wasteland Blues, seconda prova sulla lunga distanza che arricchisce una discografia che comprende anche un demo e un paio di split.
Gli scandinavi dichiarano di ispirarsi al d-beat svedese, e a Wolfbrigade, Tragedy, From Ashes Rise, al black metal: tutte influenze che ritroviamo nel loro sound, un furioso hardcore-crust che fa da colonna sonora all’incipiente collasso della civiltà umana. Gli Agenda hanno insomma i piedi ben piantati in una certa tradizione, ma le influenze sono varie: c’è la furia nuda e cruda degli Integrity (“Suffer”, “Save Your Praise”, “Burn the Light”), la capacità di giocare con la melodia e i singalong di scuola Comeback Kid (“One Question Remains”, “Cognitive Dissonance”), gli afflati epici dei Modern Life Is War (“The City Dies Tonight”). Paragoni pesanti ma che ci stanno tutti: gli Agenda hanno confezionato un disco che non può dirsi rivoluzionario, ma che è ottimamente scritto e suonato, omogeneo senza risultare ripetitivo (tutte le canzoni posseggono la propria riconoscibilità), trainato dal ruggito del frontman Hans Olaf Myrvang e supportato da una sezione ritmica rocciosa.
Il disco dura appena mezzora, ma vi ritroverete a premere ancora “play” senza pensarci due volte: Apocalyptic Wasteland Blues è perfetto per sfogare rabbia, ansie e frustrazioni. In mancanza di uscite da parte dei colossi del genere, si pone come un’ottima alternativa.
(Fysisk Format, 2019)
1. Suffer
2. Save Your Praise
3. Life Left Behind
4. Cognitive Dissonance
5. Walls
6. One Question Remains
7. Do or Die
8. Road to Hell
9. The City Dies Tonight
10. Burn the Light