Gli Alcest sono come un torrente: nonostante i Nostri abbiano cambiato spesso pelle, prendendo per ogni nuova release una direzione musicale che si discostava da quelle precedenti, che hanno fatto talvolta storcere il naso ai fan (tra cui la sottoscritta, in particolare per Shelter), nulla si può togliere alla raffinatezza del loro suono, elemento rimasto immutabile nel corso degli anni.
Tale ricerca del bello continua in Kodama, l’ultimo full-length di sei brani uscito lo scorso 30 settembre. Kodama ritorna ad un suono più simile a Les voyages de l’âme (specialmente in brani come “Eclosion”), senza però copiarne completamente le atmosfere. Una delle prime cose che si nota è come l’album sia per gran parte strumentale, e, sebbene la voce principale rimanga Neige, non manca la presenza del chitarrista Zero, sempre più parte attiva della band, sebbene non ufficialmente inserito nel progetto. Il risultato è che i due cantati si miscelano in maniera tale da dare l’idea di un coro di esseri soprannaturali o di entità fatate. D’altronde Neige non ha mai fatto mistero della sua predilezione per temi come il misticismo o la spiritualità; Kodama non è altro che l’ennesima manifestazione del suo tema più caro.
Kodama cerca di evolvere un suono già di per sé maturo; eppure non posso non ammettere che l’attesa di due anni dalla precedente release non sia valsa la pena. Gli Alcest riescono a rinnovarsi sempre, pur rimanendo sempre gli stessi. Come il torrente in cui l’acqua scorre ma rimane nelle crepe delle montagne, immutabile.
(Prophecy Productions, 2016)
1. Kodama
2. Éclosion
3. Je suis d’ailleurs
4. Untouched
5. Oiseaux de proi
6. Onyx