Il quartetto inglese Allfather giunge alla sua terza fatica, A Violent Truth, portando avanti la propria identità bastarda, che ha caratterizzato la band fin dal primo esordio dell’ormai lontano 2015. Incasellare la loro musica in unico genere risulta pressoché impossibile, dal momento in cui riescono ad amalgamare le galoppate del thrash, i rallentamenti dell’hardcore e la sporcizia dello sludge in un unico calderone ribollente, sconfinando addirittura, pur se di rado, nei territori del black e del post-metal.
Il disco si apre con un rabbioso pezzo mid-tempo dalle forti venature thrashcore, un pezzo che ti sta al collo e che non ti molla; percepiamo l’ansia per un domani che con tutta probabilità ci opprimerà più di oggi: la chiusura trascinata alla High on Fire, con tanto di doppio pedale, annichilirebbe perfino il più stoico tra gli ottimisti. È il larsen ad unire i pezzi di questo album, come la scuola hardcore ci insegna: è proprio quest’ultima che getta le fondamenta sulla quale viene costruito “Black Lungs”, un monolite sonoro dalla natura caotica e punitiva. “Take Their Eyes”, terza traccia dell’album, si apre a soluzioni più melodiche, a partire dalla sua decadente introduzione chitarristica, facendo trasparire il loro amore verso un certo suono nato a Göteborg anni orsono; la chiusura beatdown “spezzaossa” risulta infine la ciliegina sulla torta. L’espediente di un interludio per calmare le acque, dapprima pulito e subito dopo distorto, risulta banale quanto funzionale, ricordando fortemente il suono dei francesi Celeste; anche l’escamotage del fermarsi per ripartire subito dopo inizia a farsi un poco pesante nella penultima traccia, dal momento in cui questa soluzione viene utilizzata anche nei precedenti brani. “Cast Off The Cross”, brano posto in chiusura del disco, fa del post-metal la sua base chiudendosi sommessamente, col capo chino, in un fade-out che non lascia trasparire speranza alcuna.
Una realtà dunque violenta, quella degli Allfather, che in meno di 30 minuti riesce dignitosamente a convincere l’ascoltatore, pur non portando niente di nuovo sulla tavola e lasciandolo con un, sebbene leggero, senso di incompletezza: confidiamo in un quarto lavoro strutturato con più cura, perché gli elementi per il successo ci sono tutti.
(Trepanation Recordings, 2023)
1. Poison Soil
2. Black Lungs
3. Take Their Eyes
4. A False Peace
5. The Hunt Infernal
6. Cast Off The Cross