“Battere il ferro finché è caldo” è un concetto quasi limitativo per gli Amenra. Da quando sono diventati un’istituzione del panorama post metal internazionale, e dunque pressappoco dalla pubblicazione di Mass IIII nel 2008, la discografia della band belga è diventata una sorta di tentacolata piovra, una selva di EP, split e “spin-off” nella quale è facile perdersi. La maggior parte di queste uscite è certamente roba buona per i soli fans sfegatati, dunque è subito d’obbligo una precisazione in questa sede: Alive rientra nel novero dei dischi consigliabili anche a chi non stravede per ogni “pernacchia” di Colin H Van Eeckhout e soci.
Non è il primo esperimento acustico proposto dagli Amenra (suo predecessore è l’EP Afterlife), ma Alive è certamente la miglior rappresentazione di questo lato della band, ormai non più espressione effimera della sua anima più intima ma versione credibile e palpabile della stessa. Alive è composto da dieci tracce registrate in concerti diversi, ma se non fosse per i rari momenti in cui esplodono gli applausi del pubblico sembrerebbe un disco da studio: la qualità, dunque, è eccelsa. Anche passando all’analisi dei pezzi non possono mancare gli elogi: da “Dying of the Light” in poi ci vengono proposti degli Amenra ancora parzialmente inediti, capaci di regalare sorprese inaspettate, che vanno ben al di là dell’ormai evidente confidence ostentata da Colin con la sua ottima voce pulita. “Wear My Crown” e “The Longest Night” sono espressione di un intimismo ed una malinconia lontani ma allo stesso tempo facilmente avvicinabili alla disperazione esasperata nei vari Mass; anche classici come “Aorte” e “Razoreater” in questa versione rivisitata acquistano un sapore nuovo, permettendoci di rileggere sotto una nuova luce anche le composizioni originali, arricchendole di sensazioni inedite.
Alive è un disco pienamente riuscito e formalmente inattaccabile, meritevole di un ascolto anche da parte di coloro che guardano con diffidenza il fenomeno Amenra. Siamo parecchio lontani dalla furia iconoclasta e dalla potenza espressiva propria dei full-length (principalmente Mass III e IIII) che hanno forgiato l’Amenra-sound; tuttavia, questa versione acustica di se stessa è qualcosa in cui la band belga crede molto, come dimostra anche il recente Roadburn. Ascoltando Alive abbiamo la sensazione che gli Amenra abbiano i mezzi per mostrarci ancora qualcosa di buono in questa veste: se abbiamo imparato a conoscerli sappiamo che un seguito non tarderà ad arrivare.
(Consouling Sounds, 2016)
1. Dying of the Light
2. Wear My Crown
3. To Go On and Live With Out
4. Parabol (Tool cover)
5. Buiten Datum
6. The Longest Night
7. September
8. Aorte
9. Razoreater
10. Het Drop