(Atmf, 2012)
1. Paste Tense
2. Yes I Know…Love And Death…Always
3. This Garden, These Trees
4. In February
5. Only The Ocean Knows
6. The First Snow This Year
7. Uncureable
8. The Rising Tide
Gli An Autumn For Crippled Children sono un misterioso progetto olandese collocabile nel vago e forse pretestuoso filone del post-black metal. Partiti da sonorità depressive/doom piuttosto canoniche (e all’interno di questo ambito Lost, il loro primo disco, è una delle migliori uscite degli ultimi anni), questi tre assurdi individui si sono progressivamente spostati su lidi più melodici, incorporando nel loro sound post-rock, shoegaze, slocore e in generale molto dell’alternative più onirico targato ’90s: insomma, ecco a voi il famigerato blackgaze, tanto di moda di questi tempi; in poche parole, hanno contribuito a creare un genere musicale del tutto nuovo (e, almeno sulla carta, molto originale ed intrigante). E se Everything, uscito l’anno scorso, è stato l’album della svolta, Only The Ocean Knows sposta l’asticella ancora più in là, segnando un quasi totale abbandono delle sonorità estreme, ormai limitate al solo cantato in screaming, in favore di un approccio quasi dark wave che lascia abbastanza spiazzati.
Facciamo subito un avvertimento: Only The Ocean Knows è un disco di difficile assimilazione. Ascoltandolo la prima volta, potreste rimanere un po’ interdetti, e questo anche se mangiate pane e post-black metal a colazione; come già detto, siamo sempre più lontani dai “nostri” territori, e il metallo è ormai soltanto un ricordo. Però, se sarete capaci di perseverare ed entrare nei meandri della musica di questi folli olandesi, verrete ricompensati. A livello emozionale siamo su livelli altissimi: abbiamo davanti un album intenso, ricco di pathos; si arriva alla fine stremati, senza fiato. E’ questo forse il miglior pregio degli An Autumn For Crippled Children: il saper trasportare l’ascoltatore in un vortice dimensionale da cui è veramente difficile uscire. Per quanto riguarda l’aspetto compositivo, invece, ci sono delle carenze piuttosto evidenti. Innanzitutto, non si capisce bene il perché dell’utilizzo dello screaming; ad occhio, sembrerebbe un retaggio del passato da cui la band fatica a staccarsi, ma potrebbe anche essere una spia di carenze vocali altrimenti inappianabili. Certo, si potrebbe obiettare che un cantato così caratteristico serve a dare un tocco di originalità ad un sound altrimenti troppo derivativo: il problema però è che questo screaming alla Burzum fa spesso perdere di credibilità i pezzi stessi, e “Yes I Know…Love And Death…Always” in tal senso è un esempio eclatante. A livello prettamente strumentale, invece, le cose migliorano palesemente. Ci troviamo di fronte ad un disco ottimamente composto, nonostante qualche fastidioso difetto, in primis una certa ripetitività di fondo: alcune soluzioni vengono riprese in quasi tutti i pezzi, e questo non può che danneggiare la fruibilità di un album altrimenti praticamente ineccepibile, strutturalmente parlando. Gli An Autumn For Crippled Children sono bravissimi a tessere trame che, partendo da suoni tipicamente shoegaze, vanno a recuperare ritmiche new wave (la già citata “Yes I Know…Love And Death…Always”, “The Rising Tide”) e suggestioni ambient, creando un ibrido capace di emozionare ed astrarre l’ascoltatore. Notevole a tal proposito il lavoro chitarristico, assimilabile a quello già utilizzato da altre ottime band del settore (Cold Body Radiation su tutte), ispirato in egual misura da My Bloody Valentine e slocore in genere (lo spettro degli Slowdive aleggia in più di una canzone).
Only The Ocean Knows nel complesso è un album che funziona: è ben composto, suonato egregiamente, e nonostante la poca originalità di certe soluzioni ha anche una sua personalità ben definibile. Tuttavia, ha alcuni difetti troppo palesi per essere ignorati: soprattutto la voce, slegata dal contesto e totalmente inadeguata. I tre olandesi si sono resi protagonisti di un’evoluzione costante che li ha portati a sviluppare un sound multi-sfaccettato: è tempo che anche le linee vocali arrivino a rispecchiare tutte queste sfumature. Per il resto, niente da dire: gli An Autumn For Crippled Children rappresentano una realtà interessante, che sfugge a classificazioni precise e fa di questa trasversalità il suo principale punto di forza. Non ci resta che attendere con una certa curiosità il prossimo disco.
7.0