In principio ci furono i Meshuggah che presero il metal estremo, lo rivoltarono come un calzino, donando al mondo intero nuove prospettive. Poi venne il djent, genere a tratti iper cervellotico, quasi parossistico, con dischi fenomenali – questo è innegabile – come è innegabile che poi la scena si è incartata su se stessa, con lavori e gruppi in perenne ciclostile.
Gli americani ANNEX VOID, formatisi 3 anni fa a Detroit, riescono a dribblare tutte le criticità di cui sopra, ballerini su un campo minato sempre rigoglioso e instancabile nello stroncare sul nascere papabili carriere. Lo fanno con una scrittura bilanciata tra la violenza del metallo matematico (marziale nelle sue ritmiche, un ‘intelligenza artificiale che non risulta fredda, chiusa, bensì calda e accogliente) e melodie, sempre dure (perchè di musica dura stiamo parlando) che rimandano velocemente a quel genio di Allan Holdsworth e, ovviamente, al suo figlio illegittimo: Paul Masvidal, che con i suoi Cynic seppe proseguire nel solco tracciato dal Maestro, portando a vette altissime il già ottimo jazz, o proto prog jazz, per chi ama solleticarsi con le etichette.
La voce di Gabrielle-Gloria, seducente come le sirene in mare aperto (ma sempre pronta ad inferocirsi con il suo sorprendente growl), conduce i giochi di questo WILL I DREAM, EP di debutto che aizza la scimmia dell’attesa per un un album vero e proprio. Quindi mi metto comodo, ringrazio per tutta questa bellezza e aspetto con smodata trepidazione.
(Spiritual Slop Records, 2024)
1. Beginnings Discoveries
2. Past Future Illusion
3. All These Worlds
4. Will I Dream
5. Everything All At Once
6. Ripples