Come l’onda di una marea nera, travolgente, soffocante. Con queste parole si potrebbe descrivere, assai sinteticamente, il secondo album dei tedeschi Antlers, questo Beneath. Below. Behold che si candida molto seriamente ad essere uno dei dischi dell’anno (se non “il”).
Gli Antlers si sono formati nel 2013, e sono quindi un gruppo relativamente giovane; quello che recensiamo qui è il secondo album, e tutti i quattro componenti vantano un lungo curriculum con numerose altre esperienze. Insomma non siamo certo di fronte a dei novellini. La band propone in definitiva un black metal atmosferico “ortodosso” eppure pieno di contaminazioni, con rimandi che spaziano dall’epicità magniloquente dei Primordial (“The Tide”, peraltro omonima di una canzone degli irlandesi, “Metempsychosis”), all’introspettività dei primi Tombs, alla violenza dei Downfall of Gaia, fino alla solidità degli – ormai – immancabili Mgła. Insomma i quattro di Lipsia dipingono un perfetto e completo affresco del black contemporaneo, in bilico tra atmosfere soffuse e furia senza sconti, insieme a un gusto e una capacità di scrivere riff memorabili non comuni: per pezzi come “Beyond the Golden Light” e “Off With Their Tongues” molti metallari darebbero, giustamente, alcuni anni di vita. Proprio queste due tracce mostrano anche la versatilità degli Antlers, a proprio agio sia in composizioni più lunghe e sfaccettate, che in canzoni relativamente brevi e molto più dirette.
Beneath. Below. Behold è un disco profondissimo, composto e suonato da gente che sa cosa vuole suonare e sa come farlo. È una delle cose migliori che sentirete quest’anno, quindi rimediatelo senza esitazioni; e, anzi, andatevi a sentire anche l’esordio A Gaze Into the Abyss, che è pressappoco sui medesimi livelli. Una scoperta sensazionale.
(Totenmusik, 2018)
1. Theom
2. Heal
3. Nengures
4. Beyond the Golden Light
5. Metempsychosis
6. Drowned in a Well
7. Off With Their Tongues
8. The Tide
9. Lug’s Waters