Gli Appalooza sono un interessante trio stoner rock francese, attivi in Bretagna dal 2012. Nel loro bagaglio sonoro troviamo l’infernale appiglio distorto e trionfale del debutto omonimo del 2018, che come un destriero audace cavalca un letale percorso esplosivo. Nel terzo capitolo in studio The Shining Son, prodotto per l’orgogliosa etichetta americana Ripple Music, le sonorità heavy prendono una forma più limpida e accompagnano la trama ricca di violenza, paura e distruzione che attende le popolazioni di cui narra il disco; queste sonorità si mescolano ad una melodia religiosa e emotiva che arriva dal passato, lasciando un segno importante sul futuro incerto. All’interno infine troviamo anche un nuovo elemento alle percussioni tribali e seconda voce di sottofondo, che dà una scintillante marcia in più alla produzione.
La sezione ritmica nel brano d’apertura “Pelican” mostra sin da subito un’indole selvaggia, per un sensazionale punto di riferimento all’ascoltatore che si lascia trasportare in un caos distruttivo. Lo stile etnico poi avvia una magia calorosa nella linea vocale del vocalist Wild Horse, cambiando su un tono leggero nel ritornello. Una canzone ruvida ma allo stesso tempo malinconica, che rimbomba nel sottosuolo come un’esperienza attenta e ben progettata. La seconda traccia “Unbreakable” esplode la sua furia in una travolgente corsa verso l’ignoto dove un urlo inquietante all’inizio collega la timbrica devastante, per un’emozione alterata che si conclude su una dinamica galoppante. “Framed” è una notevole e disarmante sinfonia che ondeggia su un timbro grunge e presenta le solite tematiche esoteriche, accompagnate anche da un gancio martellante in stile Alice In Chains. Con “Groundhog Days” si segue la stessa linea toccando vette alte in perfetto hard n heavy e si procede spediti verso la splendida “Wasted Land”, una brillante canzone energica che mette in risalto tutta la follia in fase di registrazione, dando alla luce un prodotto finale colorito e maturo. Il trittico finale si apre con il tocco acustico elettrizzante in “Wounded” che non fa rimpiangere i monumentali Soundgarden e nelle sue corde spinge oltre un orizzonte misterioso e sussurrato, passando per il riff acido di “Sunburn”, un’altra canzone feroce con una prima parte graffiante e un meraviglioso vortice più morbido a seguire. Chiudiamo con la rilassante e psichedelica “Killing Maria”, che abbraccia i sette minuti di durata in una struggente armonia trascinante.
The Shining Son sviluppa otto tracce enigmatiche e ben realizzate, con il sound roccioso delle chitarre che intreccia gli attimi di malinconia, per un lavoro coinvolgente e ben definito.
(Ripple Music, 2023)
1. Pelican
2. Unbreakable
3. Framed
4. Groundhog Days
5. Wasted Land
6. Wounded
7. Sunburn
8. Killing Maria