Qualche anno fa chiesi a svariate persone di consigliarmi dei dischi “estremi”, perché musica semplicemente violenta non colmava più i miei appetiti. Alcuni non capirono. Pigramente mi consigliarono band grindcore o brutal death metal che, in una manciata di secondi su Google, mi sarei potuto procurare benissimo da solo. Anzi, a dirla tutta, tre quarti di loro già le conoscevo a menadito. Quindi rimarcai ancora il focus della mia ricerca: qualcosa che sia di difficile fruizione, sia per natura intrinseca, sia perchè mai esistita, e quindi sentita, prima di allora. Saltarono fuori nomi molto interessanti, tutti diversi tra loro. Passano gli anni, i miei capelli si fanno bianchi, la voglia di esplorare non si esaurisce. Per assurdo – ma probabilmente più giusto dire: per coerenza – più invecchio, più divento vorace e l’anima da esploratore mi porta in posti che, dai, al diavolo il TomTom e Google Maps. Ecco perché quando in redazione è arrivata la mail che parlava di questo progetto, arottenbit, i miei occhi si sono cristallizzati su questa frase, che riporto parola per parola: “Se il punk ci ha insegnato che non è necessario saper suonare uno strumento per poter fare musica, oggi impariamo che non è nemmeno necessario possedere uno strumento musicale per fare musica“.
Fulminato sulla via per Damasco, scopro la genesi del progetto: Alessandro Galli, detto “Otto”, già fonico di Messa, Deafheaven, Pallbearer, Earth, Truckfighters e tanti altri, nel 2008 decide di prendere un Nintendo Game Boy del 1989, non per giocarci, e comincia a comporre musica elettronica. Il Nostro sviluppa un sound dinamico, nonostante i limiti della macchina, ostico, per orecchie non abituate a certe musicalità così acide e scarne, fantasioso e visionario, per occhi miopi e menti assuefatte. Con l’aiuto del batterista Guido Montanarini (Paradise Lost, Implore, The Secret) intraprende una serie di date live, alcune come opening act per giganti del calibro di Melvins, Atari Teenage Riot, The Body, Melt Banana, Author & Punisher – praticamente sperma e ovuli per la nascita di arottenbit – bypassando in poco tempo la sensazione di trovarsi davanti ad un mero esperimento bizzarro. Infatti You Don’t Know What Chiptune Is è un grandioso esempio di come la genialità possa trovare il suo percorso, sfondando mura e preconcetti, abbattendo indifferenze e snobismi. Un disco che fa scuotere ogni centimetro del nostro corpo, che fa dimenare, che fa ballare, selvaggiamente e in maniera disarticolata, come il sottoscritto, perché è un mantra futuristico, un cantico spaziale, una nenia digitale. Quello che stupisce è la facilità col quale, nonostante non vengano utilizzati strumenti “adatti”, Galli riesca a far breccia nel metal, con brani liquidi, che ondeggiano, divagano, esondano. La cover di “Raining Blood” è meravigliosa, una chiosa perfetta.
arottenbit è l’eroe che uccide il boss di fine livello. Sentitevi fortunati come la principessa da salvare.
(Time To Kill Records, 2024)
1. -_SPECIMEN_UNO_____(PROBE#1162011)
2. -_SPECIMEN_DUE_____(PROBE#1292011)
3. -_SPECIMEN_TRE_____(PROBE#1312011)
4. -_SPECIMEN_QUATTRO_(PROBE#1132010)
5. -_SPECIMEN_CINQUE__(PROBE#0542009)
6. -_SPECIMEN_SEI_____(PROBE#1262011)
7. -_SPECIMEN_SETTE___(PROBE#1012010)
8. -_SPECIMEN_OTTO____(PROBE#1082010)
9. -_SPECIMEN_NOVE____(PROBE#0532009)
10. -_SPECIMEN_ZERO____(PROBE#1642024) – (Slayer’s Raining Blood 8-bit cover)