Da Basilea arriva il vortice rumoroso e furioso degli Asbest, trio post-noise svizzero dalle forti atmosfere oscure. Il loro timbro eccentrico attira l’ascoltatore in un limpido orizzonte suggestivo e vibrante, che si materializza nel disco d’esordio Driven del 2018, disegnando un mosaico uggioso e positivo racchiuso in diversi elementi shoegaze e sperimentali. Con un grido di protesta poi, il gruppo si conferma sulle scene grazie a questo nuovo album dal titolo Cyanide, distribuito dalla label indipendente Czar Of Crickets Productions. Al suo interno la band descrive la società moderna andando contro i pregiudizi e lo sfruttamento verso il diverso e dividendo il buono dal marcio in una realtà ormai malata e decadente. Nelle sonorità troviamo diversi spunti importanti che si completano nei testi graffianti e significativi, per aprire una riflessione complessa e unica sul mondo esterno.
Una distorsione inquietante e sospesa avvia l’apertura di “Autodigestion”, con un tempo caldo delle percussioni che avvolge la linea rauca e energica della voce, creando quella giusta sofferenza. I colpi martellanti della batteria poi fanno un balzo deciso sfumando in un ritornello grintoso. Segue il tocco ipnotico del basso in “Dystopium”, una canzone tagliente e rumorosa con un bridge aggressivo, che accende una vibrazione ruvida e sensazionale nel passaggio finale. Il riff acido di “Hubris”, invece, cavalca un orizzonte più diretto e caotico sfiorando sonorità post-punk, per un brano danzante che sfocia in una violenza inaudita, togliendo il respiro. I rumori di una connessione interrotta e un pianoforte morbido sono gli elementi che si captano nella breve “Interlude I”, abbracciando uno dei brani più riusciti, “Declaration of Defenselessness”. In questo caso la linea vocale di Robyn Trachsel apre un atto di trionfo per lasciare un messaggio prezioso e personale al futuro. La chitarra si lancia in un tappeto irregolare di suoni, chiudendosi d’impatto nel cambio conclusivo. Un’opera solida e matura, che si prende quasi tutta la chiave simbolica di questo album. La stessa intensità si crea nelle note di “Mutually Assured Reduction” con una pressione leggermente più tecnica e espressiva nel testo raggiante, arricchito da urla emblematiche. Il trittico finale di brani vede le distorsioni polverose dare una marcia definitiva alle strutture, a partire dal groove sporco in “Restraining Order”, una canzone corposa e melodica. Per poi passare ad un nuovo intermezzo oscuro di “Interlude II” e l’insieme di parole misteriose in sottofondo. La fine viene affidata al primo singolo “Cyanide for Breakfast”, una composizione che condanna la pressione dell’avere successo in una vita difficile. La melodia dormiente va a rilento ed esprime un resoconto definitivo su ciò che sia sbagliato, con una personalità di spessore emozionante.
Gli Asbest realizzano un album riflessivo e toccano diverse analogie attuali che si completano in argomentazioni delicate da affrontare, fino a sperare nell’avvenire di un mondo migliore.
(Czar Of Crickets Productions, 2023)
1. Autodigestion
2. Dystopium
3. Hubris
4. Interlude I
5. Declaration of Defenselessness
6. Mutually Assured Reduction
7. Restraining Order
8. Interlude II
9. Cyanide for Breakfast