Il power trio norvegese Astrosaur utilizza i suoi innumerevoli riff martellanti come principale mezzo di trasporto, immergendo l’ascoltatore all’interno di un viaggio sofisticato e psichedelico. La band nasce nel 2017 creando un percorso solido e heavy a tinte post-metal. Dopo i primi due album ricevono la definitiva consacrazione con questo terzo lavoro in studio, Portals, prodotto per la Pelagic Records. I Nostri esplorano un vortice di sonorità espansive e travolgenti, che avvolgono un cammino vorticoso e sperimentale. Nelle cinque tracce c’è tutto l’essenziale per un duro e originale disco strumentale.
“Opening” è il primo assaggio di quest’opera, sopra un timbro malinconico dai suoni morbidi che aprono una dolce storia; poi il riff portante e minaccioso risuona nell’aria con un sentimento vicino al post-rock. Subito dopo segue “Black Hole Earth”, con una distorsione infernale e una batteria spedita in stile Mastodon: la furia aggressiva delle chitarre segna l’inizio significativo del brano, che a tratti ci travolge in una sensazione dissonante, lasciando però un piccolo spiraglio ad una melodia soffusa. La seconda parte del pezzo mette in mostra un vortice confuso e una tematica complessa che conclude con un’esplosione diretta e catastrofica. “The Deluge”, ultimo singolo pubblicato, è una canzone tempestosa che prende vita dentro un’armonia importante e sognante. La traccia presenta dei riff molto potenti e gonfi di personalità, che abbracciano il basso ruvido e uniscono melodie più calme e meno taglienti nel caos estremo di fondo, nonostante il ritmo sfrenato sia ben acceso e riconoscibile. Le ultime due canzoni invece mettono in risalto le qualità musicali della band, con i passaggi stretti e veloci del batterista sulle note di “Reptile Empire” che come un tuono rumoroso colpiscono nel profondo. Il riff irregolare piega in due la traccia lanciandosi in una corsa oscura dal tasso tecnico incredibile. L’album si arresta con la lunga durata di “Eternal Return”, un capitolo costruttivo e personale, dove la ritmica mantiene un riferimento maturo e interiore. Verso la metà del brano ci rilassiamo con dei toni più leggeri, in una spensierata e accogliente giornata autunnale, prima di tornare su dei riff violenti che giungono al termine con un sospiro di sollievo sensibile.
Gli Astrosaur cercano di soddisfare quel vuoto intenso che si crea dentro di noi nei momenti difficili. Il risultato che viene fuori è un capitolo pesante della loro carriera, che riesce a riempire ogni ricordo fino alla sua conclusione epica e silenziosa.
(Pelagic Records, 2022)
1. Opening
2. Black Hole Earth
3. The Deluge
4. Reptile Empire
5. Eternal Return