Dopo Envoy i siberiani Below The Sun tornano con il secondo disco, intitolato Alien World. Il full-length si propone come trasposizione musicale del romanzo Solaris di Stanislaw Lem, reso celebre grazie alla versione cinematografica di Andrej Arsen’evič Tarkovskij. Solaris è un pianeta situato in un altro sistema solare, è ricoperto da un gigantesco oceano gelatinoso; secondo gli studiosi, questa sostanza è un unico essere senziente in grado di condizionare il pianeta.
Una moltitudine di suoni presenti sul disco sembrano provenire da synth e tastiere ma questa release ne è sprovvista; gli strumenti “classici”, grazie ad effetti e pedaliere, danno vita a fonemi veramente particolari e distintivi. Vari generi s’intersecano in questo disco, si passa da sfuriate tipicamente death/doom a passaggi progressive rock con cantato in pulito. La struttura del disco, che ricorda un po’ gli Opeth dei primi dischi, si fonda su una trama progressive capace di creare svariate diramazioni, le quali s’estendono verso molteplici generi (addirittura certi assoli sembrano usciti direttamente da un disco di Joe Satriani). La produzione risalta il suono degli strumenti senza renderli eccessivamente finti; quando il doom diviene padrone della scena le chitarre creano un muro sonoro di grande impatto, il quale purtroppo a volte viene smorzato troppo velocemente facendo scemare l’atmosfera che ci si aspetta.
In definitiva Alien World è un disco suggestivo, particolare, capace di creare un immaginario molto simile al libro a cui si ispira. Il quartetto ha composto e suonato un disco veramente bello, che probabilmente ci accompagnerà per più di un ascolto facendoci scoprire ogni volta qualcosa di nuovo.
(Temple of Torturous, 2017)
1. Blind Ocean
2. Mirrors
3. Giant Monologue
4. Dawn for Nobody
5. Release
6. Dried Shadows
7. Black Wave
8. In Memories