Dopo una frenetica attività live, i paladini del metalcore targato Sumerian Records Betraying The Martyrs tornano a far parlare di sé con il fatidico terzo album della loro intensa storia: The Resilient. Il loro precedente disco, Phantom, li ha senza dubbio consacrati come una delle migliori band core del momento. Tra le novità rispetto al passato un cambio di line-up (il batterista Mark Mirnov è stato sostituito da Boris Le Gal) e un sound che si è un po’ più alleggerito, anche se le divagazioni sinfoniche sono diminuite.
Le parti ficcanti e coinvolgenti non mancano ovviamente, basta prendere come esempio i brani “The Great Disillusion” e “Unregistered”. I breakdown abrasivi, marchio di fabbrica del combo anglofrancese, sono sempre usati con maestria, anche se hanno un po’ perso quella vena deathcore che tanto piaceva. Il perno centrale dell’intera opera è l’orecchiabilità, che di per sé non è un male, ma a volte pare che i ragazzi strizzino troppo l’occhio a certe sonorità e ad un pubblico più eterogeneo. Tra le tracce spicca la ben interpretata “(Dis)connected”, che possiede un’anima teatrale affascinante e diventerà di sicuro una hit in sede live.
The Resilient è un album catchy e carico di groove, ma a conti fatti risulta essere un passo indietro rispetto alle due opere precedenti, brutali e spaccaossa per davvero. Non è tutto da buttare, ma ci aspettavamo decisamente più del compitino da parte di questa band.
(Sumerian Records, 2017)
01. Loss For Words
02. Take Me Back
03. The Great Disillusion
04. Dying to Live
05. The Resilient
06. Unregistered
07. Won’t Back Down
08. (Dis)Connected
09. Behind the Glass
10. Waste My Time
11. Ghost
12. Wide Awake