Sul finire del decennio da poco terminato l’universo drone/doom metal ha saputo godere di nuova linfa vitale grazie al lavoro di artisti il cui spirito creativo ha dato vita a quella che a tutti gli effetti può essere definita come una nuova ondata nel genere. Nomi come Vile Creature, Divide and Dissolve e Spotlights hanno saputo imporre rinnovati standard qualitativi nella scena con uscite di rilievo, proseguendo di fatto un lavoro iniziato nel secolo scorso con Sunn O))) e Boris e continuato nei due decenni successivi con svariate ed importanti proposte, su tutte quella di Nadja, Thou e The Body. All’interno di questa nuovissima generazione di artisti occupano un posto di grande rilievo i BIG | BRAVE, terzetto canadese che due anni dopo aver raccolto elogi con A Gaze Among Them, tornano oggi con Vital, loro quinto full length, in uscita il 23 aprile per Southern Lord Recordings.
I cinque brani che compongono Vital poggiano su fondamenta strutturali compattate da basi compositive solide e finemente delineate, avvalendosi di una produzione di livello che ha permesso al gruppo di Montréal di compiere un inevitabile e quanto mai naturale step evolutivo. Fatta eccezione per “Wited. Still and All…”, passaggio dronico posizionato ad intermezzo tra i due lati del disco, ogni pezzo supera i sette minuti di durata e vive di progressioni dilatate e finemente cadenzate che alternano riff granitici a feedback ed effetti larsen intelaiati su linee di batteria che mai si è sentita così pesante nelle precedenti uscite della band. “Abating the Incarnation of Matter”, brano di apertura di Vital, costituisce un connubio di elementi che sembrano immergersi in un liquido denso dal quale risale potente la voce di una Robin Wattie particolarmente ispirata e rabbiosa, il cui afflato lirico riesce ad elevarsi sull’intero lavoro. Di grande efficacia in questo senso i testi che, riducendosi ad un minimalismo solo all’apparenza ermetico, realizzano una perfetta messa a fuoco di un concept potente e attuale, il cui cuore pulsante è rappresentato dalla successiva “Half Breed”, singolo che ha anticipato l’uscita di Vital. Una citazione del saggista americano Alexander Chee sul disinteresse e la banalizzazione della società riguardo la discriminazione delle persone di etnia mista costituisce l’ossatura lirica del secondo brano e più in generale rappresenta, per ammissione della stessa Wattie, il punto di partenza della stesura dell’intero disco.
Rispetto a A Gaze Among Them vi è un netto distanziamento da elementi stilistici di inquadratura post-rock in favore di richiami atmospheric sludge che caricano l’atmosfera di una nuova tensione emotiva. Poche lente pennate di chitarra accompagnate da un cantato dai toni intimidatori contro pregiudizi ed immobilismi dei tempi che viviamo – in any convincing way, you cannot erase the essence of a soul – creano un contrasto piano/forte nella conclusiva titletrack che conduce gradualmente l’ascoltatore verso un wall-of-sound finale annichilente dove ogni elemento sonoro risulta perfettamente equilibrato e dotato di una propria forza espressiva. Una nuova consapevolezza sembra essere maturata nel gruppo di Montréal che con questo ultimo lavoro ha saputo svincolarsi in maniera definitiva da vizi di forma e classificazioni di genere, dando alla luce un lavoro di pregevole fattura e dimostrando una consolidata maturità artistica.
(Southern Lord Recordings, 2021)
1. Abating the Incarnation of Matter
2. Half Breed
3. Wited, Still and All…
4. Of This Ilk
5. Vital