Con una impressionante puntualità biennale torna a farci visita il juggernaut melodic death metal The Black Dahlia Murder, con la nuova fatica Abysmal, che, tradotto dalla lingua della perfida Albione, significa spaventoso. La copertina, che raffigura un mostro gigantesco circondato da cadaveri impalati, lo è senza ombra di dubbio. Gli americani stanno diventando anno dopo anno incredibilmente famosi nella scena metal, fagocitando nuove schiere di “adepti” al loro verbo; il loro processo di maturazione e consolidamento è inarrestabile, anche se sembra non scomparire la loro tendenza a prendersi poco sul serio.
Ascoltando questo album targato Metal Blade possiamo affermare che come modo di scrittura e arrangiamento i Nostri sembrano prendere spunto da due loro lavori precedenti, ovvero Unhallowed e Miasma. Non a caso i dischi che strizzano maggiormente l’occhio al deathcore.
Quello che ci aspetta, come anticipato dal singolo “Vlad, Son Of The Dragon”, sono canzoni con riff sia granitici sia melodici, assoli letteralmente pazzi, un carichissimo tappeto di batteria e, dulcis in fundo, le solite frenetiche vocals di Trevor Strnad, mai banali. Quest’ultimo delizia l’ascoltatore con i suoi ruggiti e le sue lyrics che, come di consueto, trattano di vari argomenti quali la mitologia, la depressione e la pazzia. L’opener “Recepit” apre con degli archi maliziosi che cedono subito il passo al tipico TBDM-sound. La band di Detroit continua la sua cavalcata forsennata con brani velocissimi, come la titletrack e “Threat Level No. 3”, canzoni che non lasciano un attimo di respiro all’ascoltatore. Una traccia interessante è “The Fog”: il titolo è evocativo e quanto mai azzeccato, un brano veramente claustrofobico che presenta tra l’altro un bridge di chiara matrice black metal molto ficcante, acido e maligno. Tutti gli assoli, che a volte ricordano gli Arsis, sono molto belli e ben suonati anche se non ce n’è uno che rimanga veramente indelebile in testa. “Stygiphobic” presenta, invece, una strana venatura doom: le chitarre sono lente e pesanti, la loro distorsione satura tutto l’ambiente circostante fino a quando un assolo arriva a liberarci da questa atmosfera soffocante e ci trasporta verso lidi più congeniali al combo.
Abysmal non può non coinvolgere l’amante di queste sonorità. Si tratta di un ulteriore passo avanti rispetto al precedente Everblack: lo stile dei The Black Dahlia Murder è ormai inconfondibile. Poi chiaramente non stiamo certo parlando di un album innovativo (a conti fatti la formula utilizzata è più o meno la stessa), ma probabilmente non si deve pretendere qualcosa di diverso da questa band.
7.5
(Metal Blade Records, 2015)
1. Receipt
2. Vlad, Son Of The Dragon
3. Abysmal
4. Re-Faced
5. Threat Level No. 3
6. The Fog
7. Stygiophobic
8. Asylum
9. The Advent
10. That Cannot Die Which Eternally Is Dead