“Blackwood is the place where all childhood dreams end, devoured.” Frasi simili, che sembrano quasi copiate da un discorso qualsiasi di Rust Cohle (avete visto True Detective, vero?), possono facilmente sorprendere ma anche allontanare dal progetto che le sfrutta per essere descritto. Ma se invece vi assicurassimo che la musica proposta sarebbe anzi di perfetto connubio col personaggio che recentemente ha più di ogni altro sdoganato il terrore del realismo? Eraldo Bernocchi, musicista stacanovista e con l’autismo del cambiamento, dalla sua convoglia tutta l’inquietudine di un mondo freddo, sterile e sull’orlo di un baratro senza fine, dando vita ad un progetto fondamentalmente drone ma che ci parla con più lingue diverse.
Lo scheletro di ferro arrugginito su cui tale progetto si fonda sono chitarre lente, ossessive e distorte all’inverosimile, che con un incedere ipnotico e ripetitivo estraniano e confondono l’ascoltatore. I leit motiv di colonne portanti come SunnO))) o Nadja sono qui circondate da sample surreali e registrazioni prese da riti esoterici, con l’unico obiettivo di generare una dimensione fine a sè stessa, dove non tanto il terrore quanto lo stupore ed un sincero timore saranno l’irresistibile esca a cui abboccare. Il risultato è sì semplice, ma anche efficace, con tutta l’alternanza di elementi che si sovrappongono, si sostituiscono e giocano a rincorrersi per tutto l’ascolto.
Ricapitolando, chitarre sludgy e ripetitive, bassi al limite dell’udibile, sample di derivazione industrial ed ambient, strumenti di ossa (avevamo dimenticato di dirvelo?) e la fervida e perversa immaginazione musicale di uno dei musicisti italiani più capaci e talentuosi di sempre. Andate a comprare la vostra copia di Nihilism Unbound e preparatevi all’ascolto. Il mondo è bello perchè è grigio!
(Subsound Records, 2016)
1. Breking God’s Spine
2. Santissima Muerte
3. Sodom
4. Purtridarium
5. Vulture
6. Unrecoverable Mistakes