I BleakHeart sono al secondo disco, dopo il debutto del 2020 (intitolato Dream Griever); JP Damron e Mark Chronister alle chitarre, Kiki GaNun alla voce e sintetizzatore, Kelly Schilling anch’essa voce e sintetizzatore ma pure tastiere e basso, ed infine Joshua Quinones alla batteria. Vengono dal Colorado, per la precisione da Denver, e c’è subito da dire che la loro proposta, così delicata, soffusa, eterea, lasciasse presagire un’altra area geografica, tipo Inghilterra o nord Europa, ma tant’è: godiamoci appieno questo Silver Pulse che in quaranta minuti, e sei tracce, ci regala parecchie emozioni. La band per questo ritorno discografico si avvale anche di un quartetto d’archi: Amy Rosenberg e Ciarra Denman al violino, Anthony Limon alla viola e Ron Schilling III al violoncello. La loro presenza è un tocco di classe, qualcosa che alza l’asticella, che rende ogni brano un’esperienza quasi onirica, soprattutto quando archi e sintetizzatori – e ovviamente le varie linee vocali – si fondono gli uni con gli altri, creando una melassa che avvolge il cuore di chi ascolta. I cambi di line-up (un nuovo batterista ma soprattutto la seconda voce di Kiki GaNun) e quattro anni di attesa dal primo disco hanno contribuito anche ad un parziale cambio di sonorità: i brani sono più corti rispetto al debutto e si sono anche perse per strada le eccessive asperità di un sound che tendeva ad abbracciare lidi musicali più grezzi, se mi passate il termine.
Lasciata da parte questa voglia di sbattere su troppi spigoli qui e là, i Nostri hanno confezionato un lavoro che è nettamente migliore del precedente. Una proposta matura, dal taglio pop ma con un’anima indie e una sbornia alternative – metal e/o rock poco importa, che porta i BleakHeart tra i grandi nomi internazionali. Stupisce la capacità di fondere all’interno di uno stesso brano particolari che, teoricamente, dovrebbero cozzare tra loro ma che invece (chiamiamola magia) hanno non solo ragione di collaborare ma proprio di esistere e declamare ad alta voce: ehi, siamo qui, sentite le nostre emozioni, le abbiamo messe in musica per voi, prendetene e fate indigestione.
Silver Pulse è così un piccolo scrigno, ma piccolo piccolo, con al suo interno un mondo – ed un modo – infinito di emozionarci. C’è passione tra le parole degli americani, così come c’è malinconia nelle melodie; c’è un’infinita delicatezza nella cadenza della batteria, ci sono picchi emotivi altissimi quando il quartetto degli archi prende il centro di ogni singola traccia. Un album che piacerà sicuramente a chi non ha mai smesso di sognare, a chiunque non ha mai riposto il proprio cuore in un triste cassetto. C’è sangue caldo che scorre nei solchi di questo disco. E nessun freddo – dell’anima – potrà mai più nuocere.
(Seeing Red Records, 2024)
1. All Hearts Desire
2. Sinking Sea
3. Where I’m Disease
4. Let Go
5. Weeping Willow
6. Falling Softly