Antediluvian è terra di esplorazione, frutto di una ricerca filosofica e trascendentale, che tocca esoterismo ed esistenzialismo mettendo in evidenza varie influenze musicali, tra accenni jazz e un’ossatura dominante tra doom e drone metal. Lavoro già di suo valido che incuriosisce ancora di più se si pensa al background del progetto, dato che Bong-Ra è stato un nome associato generalmente alla musica elettronica fino a questo disco, prima di questo scossone stilistico dalle svariate influenze. Se si guarda però alla mente dietro alla one-man band si capisce al meglio tutto, difatti il mastermind Jason Kohnen ha collaborato con svariati altri progetti abbracciando sia sonorità vicine al jazz (The Kilimanjaro Darkjazz Ensemble, Mansur) che altre più estreme (Obake, Deathstorm), ed è quindi più decifrabile questa scelta, anche se rimane curioso l’aver mantenuto l’uscita sotto il moniker Bong-Ra.
L’obbiettivo della ricerca sonora di questo album, uscito originariamente nel 2018 ma ristampato in vinile quest’anno da Tartarus Records, è quella di rassodare il sodalizio tra doom/drone e jazz che già in altri contesti è stato esplorato, basti vedere al mastodontico debutto dei Neptunian Maximalism, ampliando i confini di due generi che non sono mai stati intimoriti da sperimentazioni varie. L’intrigante “Kheper (Pharoah’s Serpent)” ci introduce subito allo scenario che caratterizza il lavoro, tra riff distorti e cadenzati e apparizioni di strumenti a fiato (nel disco le parti di sassofono sono state affidate a Colin Webster e quelle di fagotto a Chloe Herrington). Se il sax segue la natura irriverente dell’opener, non si può dire lo stesso delle parti di pianoforte presenti in “Amun (Hidden Chambers)”, che vanno a creare il contrasto su cui si regge il pezzo e a donargli una certa sensazione mistica. Kohnen quindi si muove verso coordinate che coadiuvano contrapposizioni e conformità. Queste caratteristiche rimangono intatte anche in “Oon (Precession of the Equinoxes)”, il brano più diretto del complesso e più devoto al lato doom della proposta, che non fa mancare una buona dose di riff dall’ottimo impatto. Si arriva alla conclusione con “Aton (Mind Machine)”, in cui si ritrovano sia gli accenni estatici che le apparizioni degli strumenti a fiato, una composizione ben incastonata in conclusione all’ascolto per mostrarne le caratteristiche e le qualità.
Sulle capacità da parte di Jason Kohnen di riuscire ad abbracciare varie scelte stilistiche coi suoi progetti i dubbi son pochi, viste le sue varie esperienze citate parzialmente in apertura, mentre per quanto riguarda le capacità strettamente compositive quest’ultima fatica di Bong-Ra è un buon esemplare. Avere una visione così personale di un genere, che si evolve durante l’ascolto dell’album in maniera fluida con ogni elemento al suo posto non è affatto un gioco da ragazzi, ma in Antediluvian il musicista olandese porta a termine questo compito, aiutato certamente da tutte le produzioni rilasciate in passato.
(Tartarus Records, 2021)
1. Kheper – Pharoah’s Serpent
2. Amun – Hidden Chambers
3. Precession of the Equinoxes
4. Aton – Mind Machine