Local Honey è il terzo album solista del cantautore Brian Fallon, originario del New Jersey e noto per essere il frontman dei The Gaslight Anthem, il cui l’album più dirompente è senza dubbio The ’59 Sound (2008), lavoro fortemente citazionista, tra punk-rock e rock tradizionale. Diversi sono i progetti ancora attivi di Fallon: oltre alla band sopracitata, ricordiamo i The Horrible Crown e Molly and the Zombies. Fra tutte queste situazioni molto diverse tra loro, compresi i due album solisti, Painkillers (2016) e Sleepwalkers (2018), esiste una continuità e un’appartenenza a una cultura musicale ben precisa che fonde folk, soul e rock alternativo; Local Honey, invece, segna un radicale ripensamento della musica che lo ha accompagnato da circa vent’anni. Da una tradizione rock si passa al cantautorato in stile americano. Eppure, non è così paradossale, se pensiamo che anche il suo idolo Bruce Springsteen, nel 1982, con Nebraska, delineò una svolta di tipo cantautorale e acustica.
Local Honey non è per niente un album semplice, nonostante l’orecchiabilità delle canzoni e la notevole sobrietà degli arrangiamenti musicali lo rendano apparentemente un disco di facile ascolto. Tematicamente e musicalmente compatto, è il racconto di una voce dimessa, lirica e intima, che si fa portavoce di una visione romantica su una realtà totalmente degradata e cruda. L’attacco è dato proprio dalla voce di Fallon, che apre “When You’re Ready”, brano fra i più ritmati, che introduce due temi principali: l’asperità della vita, forse di una generazione intera, all’interno di un wicked world che divora tutti; e l’amore, da un lato come morbo, o al contrario come possibilità catarsi. L’esempio di un amore che può portare alla tragedia è dato dalla canzone “Vincent”, ballata sul modello dello story telling alla Springsteen. Il brano è il racconto in prima persona di una donna, vittima di una relazione violenta, che per liberarsi si fa carnefice, compiendo l’omicidio del proprio uomo. E non c’è salvezza che lenisca la pena, s’intravede solo la speranza di fede, un orizzonte sfumato di redenzione. Contro questa visione nichilista dell’amore, si consolida via via una forma di amore positivo – in senso cristiano – che redime da una vita piena di sbagli. Questo è il tema della canzone “I Don’t Mind (If I’m With You)”, dove l’amore è sentimento puro, luce che dissolve le tenebre della quotidianità dell’individuo.
Ma quest’essenza metafisica sembra essere evanescente, come dimostra la canzone “Lonely for you only”, in cui sogno e amore si confondono fino a coincidere (you’re a dream, a divine mystery / and I’m lonely). Ed è proprio questa convergenza ad essere ribadita nel pezzo di chiusura, “You Have Stolen My Heart”. Per B. Fallon sembra che una via d’uscita sia possibile solo attraverso la fede in un amore immaginario che sembra appunto radicarsi in un mondo onirico piuttosto che nel reale.
(Lesser Known, 2020)
1. When You’re Ready
2. 21 Days
3. Vincent
4. I Don’t Mind (If I’m With You)
5. Lonely For You Only
6. Horses
7. Hard Feelings
8. You Have Stolen My Heart