Il collettivo strumentale Bruecken da Oldenburg, in Germania, si cimenta in un nuovo lavoro orchestrale, il secondo nel loro breve ma intenso percorso. Innere Unruhen offre un sound sfrontato e dinamico, che abbatte i muri della solita routine quotidiana e si apre a una realtà nuova ed esplosiva. Nei brani troviamo una dose ampia di riff sporchi e ben strutturati, avvolti da una ritmica riflessiva a tratti fragile. In questa carismatica opera la band mette da parte le sonorità post-hardcore degli esordi e si immerge in percorsi più sofisticati, che si evolvono anche nel genere shoegaze. L’album è stato interamente prodotto durante il periodo di fermo generale, dove la confusione regnava sovrana e viene distribuito dalla storica etichetta tedesca Moment Of Collapse. Il titolo del disco è un’ambigua frase tedesca che si può riferire sia ai disordini civili che alle sensazioni perdute che portano al disagio collaterale.
L’apertura viene affidata alle note misteriose di “Fluthoch”, una suite che aziona vibrazioni sismiche su un tiro aggressivo, incastrando una simbiosi corposa e dissonante, che rallenta nel silenzio finale come un respiro interrotto. Segue l’arpeggio ruvido e ovattato di “Abgrundtief”, una composizione di post-rock sensibile, con un’adrenalina repressa che si innalza nelle distorsioni, graffiando l’atmosfera. Nel bridge centrale il caos si infrange sull’esplosione notevole, per un brano solido e interessante. “Zerrbild” calma di poco gli animi, con una sinfonia malinconica che lascia un segno importante e una forte ispirazione, verso sonorità che avvicinano la band a icone del calibro di If These Trees Could Talk, fino a toccare la vena artistica e dormiente dei pg.lost. Senza troppi giri di parole, un’autentica perla; la migliore dell’album. “Ataxie” e “Lichterloh” invece si uniscono tra di loro con un collegamento roccioso, seguendo il buon lavoro fatto in passato. Qui si disegnano passaggi martellanti, con sonorità differenti che si mescolano alla cultura infinita del gruppo. I brani poi vanno da una quiete silenziosa, che immerge l’ascoltatore in un oceano immenso, fino a crollare in un vortice pesante di una potente macchina infernale. Queste due canzoni fanno da antipasto all’apice finale che conclude il disco su una melodia raggiante e complessa. “Immersion” è un lungo desiderio che accarezza con cura i nostri pensieri. Il suo crescendo quasi progressive, si culla dolcemente nella parte più emotiva, per poi scagliarsi con violenza e ritrovarsi nella pace sussurrata del punto finale.
I Bruecken accompagnano l’ascolto in un percorso avvolto nell’oscurità, per poi svegliarsi mutati sotto una nuova forma e mettono in mostra un nuovo e stupendo palcoscenico ricco di sonorità.
(Moment Of Collapse Records, 2022)
1. Fluthoch
2. Abgrundtief
3. Zerrbild
4. Ataxie
5. Lichterloh
6. Immersion