I Bruxist nascono da una blasfema collaborazione tra Terry Vainoras (voce e chitarra, conosciuto soprattutto per il suo one-man project Subterranean Disposition), Dan Nahum (alla batteria, che farei prima a dire in quali band non ha suonato), e Dav Byrne (basso, anche lui coinvolto in mille gruppi e progetti), vale a dire tra gente che per anni ha affilato le armi nell’underground del metal estremo, ma anche molto sperimentale, australiano. Il trio ha pubblicato il disco (intitolato semplicemente Bruxist) ad aprile, e quest’ultimo è reperibile in formato digitale o come cassetta sulla loro pagina Bandcamp.
In Bruxist troviamo il meglio della musica estrema mischiata sapientemente: i Nostri infatti fondono alla perfezione ritmiche punk/crust con grindcore, D-beat, power-violence e death’n’roll, il tutto condito da un inconfondibile suono svedese. Quello che ne esce fuori è un album suonato con il cuore, ma anche con il cervello, che non dimostra nessuna paura di sperimentare e di superare i limiti del genere. Musicalmente parlando, il disco è a prova di bomba (dopotutto, parliamo di gente che è sulla scena da anni): base ritmica strepitosa, chitarre con marchio “made in Sweden”, e la prova migliore se la aggiudica Terry alla voce, che spesso ricorda molto da vicino i fremiti schizofrenici del maestro® Mike Patton. Un esempio su tutti potrebbe essere “Wide Awake”, ma onestamente parlando, l’influenza pattoniana si sente in quasi tutte le tracce. Le canzoni che compongono Bruxist sono corte, ma perfettamente bilanciate, ed in una manciata di minuti riescono a fondere più generi in maniera egregia, senza contare che c’è sempre una certa melodia di sottofondo che aiuta a rendere il tutto un po’ meno spigoloso (prestate orecchio a “Six Feet Headfirst” ad esempio). Il disco fa scapocciare per bene dall’inizio alla fine: ascoltate ad esempio l’iniziale “Inversion”, oppure “Piss and Vinegar”, o ancora “Revoked” e provate a non muovere il piedino. Onestamente parlando però, questo discorso vale un po’ per tutti i brani, e Bruxist è l’album ideale per darsi una svegliata in quelle giornate in cui la voglia di vivere è ai minimi storici. Menzione d’onore per la conclusiva (e lunghissima: quasi quattro minuti e mezzo!) “Divide and Conquer”, forse la più bella dell’intero disco.
In conclusione, Bruxist è il frutto della passione, sangue e sudore di tre veterani dell’underground estremo australiano: un mix letale di brani che asfaltano, da ascoltare e riascoltare a volumi da delinquenti. Fatelo vostro, e diffondete il verbo dei Bruxist.
(Autoproduzione, 2025)
1. Inversion
2. Six Feet Headfirst
3. Black Sheep Discipline
4. Wide Awake
5. Piss and Vinegar
6. Revoked
7. Divide and Conquer
8. Hydra