A ben quattro anni di distanza dall’EP Debasement Incarnated giungono finalmente all’obiettivo del primo full length i baschi Carnivorous Voracity. La band spagnola ha dalla sua un impressionante bagaglio tecnico, che non viene risparmiato in nessuna delle dieci tracce presentate con The Impious Doctrine, album che vanta anche una delle migliori cover del 2015 nel genere. Come è facile aspettarsi da chi segue la scena brutal spagnola ci si trova dinanzi a tempi velocissimi e successioni continue di riff che non lasciano neanche il tempo di tirare il fiato all’ascoltatore. Il sound dei nostri, a differenza di altri ensembles ben più conosciuti della penisola iberica, risulta particolarmente influenzato dalla scuola americana, coi suoi caratteristici riff al fulmicotone, muri di blast-beats ed una marcata vena di stampo slam che fornisce una pesantezza notevole ai brani.
La struttura dei brani, nonostante l’elevato tasso tecnico, risulta piacevolmente diretta, merito dell’attenzione dei Nostri nel ricercare il giusto groove nei pezzi sfruttando frequenti cambi di tempo e rallentamenti degni dei migliori combo d’oltreoceano. La voce è un altro punto a favore di questa band: un growl profondo e gutturale che rievoca spesso quel mostro di bravura che è Matti Way (in tal caso vero maestro del genere). Anche se non si aggiunge molto di più rispetto a quanto la già validissima scena spagnola ha presentato negli anni, i Carnivorous Voracity sono in grado di inserire spunti che fuoriescono dalle limitazioni del genere: si prenda ad esempio la schizzata “Anatomic Human Degradation”, con la sua struttura totalmente incentrata su up tempo ed armonici artificiali degni dei più spietati Putridity. Oppure si prenda “Serpent’s Nest”, brano più atipico tra quelli proposti, con le sue reminescenze thrash che, se ad un primo ascolto potrà fare storcere il naso, ad un secondo rivendicherà facilmente la propria validità nel lotto.
Preso nel suo insieme, The Impious Doctrine si rivela un ottimo disco su tutti i fronti, e i fan della scena technical / brutal non faticheranno ad amarlo. Grande merito va sicuramente alla produzione del disco, chiara e cristallina senza però penalizzare l’impatto sonoro dei nostri. Per chi non l’avesse ancora capito, la Spagna regala emozioni in questo genere. Keep it brutal!
(Amputated Vein Records, 2015)
1. Raised Towards Heaven
2. Epiphanies Of Perverse Egocentrism
3. Steeped In Magnanimity
4. Grotesque Expiation Of Dissolute Lambs
5. Secularize
6. Anatomic Human Degradation
7. Serpet’s Nest
8. The Threshold Of Obliteration
9. Antropophagous Infanticide
10. Transferable Malignity
7.5