Gli americani Caustic Casanova si avvalgono di una vasta gamma di suoni macchinosi e sperimentali che inoltrano il loro progressive rock roccioso verso nuovi schemi tecnici e lineari. Il loro sound elettrizzante nasce nel 2005 come trio composto da due cantanti: Stefanie Zaekner e Francis Beringer, rispettivamente batterista e bassista; insieme a loro completa la ritmica il chitarrista Andrew Yonki. Nel loro percorso si cerca di trovare subito un collegamento solido a tratti dissonante, che nei primi anni viaggia sopra sonorità noise furiose e spesso sfocia nello stoner classico. Dopo aver aggiunto una seconda chitarra, Jake Kimberley, nel 2019, il gruppo fa il salto definitivo con l’album God How I Envy The Deaf, che li lancia nel vortice estremo e math rock del momento. Nel quinto lavoro in studio Glass Enclosed Nerve Center, prodotto per l’etichetta newyorkese Magnetic Eye Records, i Nostri fanno ricorso a tutti i loro punti di forza con un’avventurosa e potente esecuzione. Il timbro violento delle chitarre avvolge le voci soliste melodiche e una ritmica creativa, dando alla luce un album espansivo e originale.
L’energia corposa di “Anubis Rex” apre le danze in modo travolgente, un brano breve che trascina l’ascoltatore con un’adrenalina pazzesca. La ritmica infernale scorre dolcemente, con un emblematico timbro della batteria e una linea vocale melodica. Nelle distorsioni poi si esprime al meglio il concetto nuovo della band, che si concentra su tematiche furiose, ma allo stesso tempo orecchiabili. Una buona apertura che si aggancia alla seguente “Lodestar”, il primo singolo pubblicato. Qui ci sono i primi passaggi fuori tempo e irregolari di matrice math rock, con un tappeto di sonorità stile Melvins. La sua introduzione unica esplora un’atmosfera tagliente che si calma sulla voce armonica e ben orchestrata di Zaekner, per poi stravolgersi nella voce oscura di Beringer, che descrive un illusione ovattata e disturbante creando così una performance accattivante. “A Bailar Con Cuarentena” invece ha un’altra introduzione aggressiva, con vibrazioni intense che vengono colorate dal campanaccio suggestivo, la struttura poi si sposta in qualcosa di delirante che esplode nel finale, rimbalzando con facilità in un’emozione magnetica e frizzante. Il cambiamento musicale continua il suo duro lavoro armonico nelle note di “Shrouded Coconut”, una lunga composizione che lascia libero spazio alla classe del batterista e al groove sfrenato che fa pensare a una suite monumentale dei primi Primus. Dopo la prima parte surreale e rumorosa il brano rallenta di poco e le voci accennano frasi incomprensibili, prima di buttarsi di nuovo nel caos finale; in quest’opera notiamo la grande bravura dei nostri nel saltare come una scheggia da un genere musicale all’altro. A seguire il capolavoro finale “Bull Moose Against The Sky”. Il brano si prende tutto il lato B dell’album, con i suoi ventidue minuti di follia, una canzone che riserva molti colpi di scena e ci trascina dentro un viaggio ipnotico senza fine. Una degna chiusura affascinante, che ci attira in un grande e polveroso luogo immaginario.
Glass Enclosed Nerve Center è un disco selvaggio che in maniera semplice e divertente affronta tutti i relativi rischi, avvolti da un’immagine ben definita, che il quartetto di Washington riesce ad esplorare al meglio, con un potenziale invidiabile.
(Magnetic Eye Records, 2022)
1. Anubis Rex
2. Lodestar
3. A Bailar Con Cuarentena
4. Shrouded Coconut
5. Bull Moose Against The Sky