Gli americani Cave In fanno il loro salto definitivo e devastante, con un nuovo album enorme, il settimo nella loro storia heavy rock. Heavy Pendulum prodotto per l’etichetta Relapse Records segna un cambio eccellente e personale all’interno del gruppo, infatti è il primo album senza il cantante/bassista storico Caleb Scofield, scomparso in un incidente d’auto nel 2018. Un episodio che ha sconvolto la band e dopo una piccola pausa, riprendono il cammino con Nate Newton, un amico intimo di vecchia data ed ex Converge, per cercare di tornare dove tutto si era interrotto e dare quel tocco ruvido ai brani, su una qualità vocale diversa. Il disco si presenta come una mina esplosiva e travolgente, una pietra miliare della band, che nonostante il cambio di rotta nel sound, riesce ad esplorare orizzonti violenti e matematici.
Le prime due tracce “New Reality” e “Blood Spiller”, sono i due singoli rilasciati, che danno il via a questo nuovo inizio, con una simbologia precisa e la rinascita di questa band cult anni 90. Le tematiche affrontate sono di carattere duro e potente, con l’insieme di distorsioni furiose che dilaniano il tempo. Nella linea vocale poi si abbatte il vortice estremo e tagliente, di una melodia ricercata, lasciando un grande equilibrio. Infine le strutture acide si sposano alla perfezione, con i riff armoniosi e orchestrali. “Floating Skulls” invece trasmette una tendenza progressive, per un viaggio galattico da affrontare tutto di un fiato. La chitarra dissonante, cavalca un’onda notevole, avvicinando l’ascolto agli ultimi Alice in Chains, con quella vena artistica e frenetica stile Mastodon. Discorso che viene largamente vissuto anche su “Careless Offering”, un brano aggressivo che si agita dentro un passaggio oscuro, con un gioco stupendo delle chitarre e il corposo groove di basso. Nella title track “Heavy Pendulum” si calmano di poco gli animi, con un arpeggio che al rilento si fa strada, all’interno di un mondo in declino e ci porta indietro nei ricordi, con un’energia disarmante e rumorosa. “Pendulambient” è solo un piccolo passaggio di un feedback lunare e grezzo. “Blinded By A Blaze” traccia una sensazione cosmica, che con un tiro morbido, avvolge la voce sensibile di Nate. Sul ritornello poi la rabbia repressa, fa capolino oltre la barriera del suono, fino al solo di chitarra spaziale che completa il brano.
La parte centrale del disco mette in mostra i muscoli di “Amaranthine” innalzando una battaglia furiosa, contro un nemico invisibile, per una composizione stoner d’altri tempi, che strizza l’occhio ai cugini Red Fang. “Searchers of Hell” e “Nightmare Eyes” sono due brani che ci portano nelle grinfie dell’inferno, con quella qualità visiva e culturale da brividi. Il sound roccioso a tinte alternative metal, incastra la tecnica lussuosa e avvolgente, creando un nucleo portante unico e inimitabile. Poi dopo il secondo intermezzo strumentale “Days of Nothing”, ci soffermiamo sull’opera magnetica “Waiting for Love”, uno dei brani migliori del disco, con quel miscuglio di emozioni sognanti. Il racconto delicato che viene narrato si unisce alla lussuosa “Reckoning” con un timbro acustico, quasi grunge. Per poi chiudere con la monumentale “Wavering Angel”, una traccia lunga e complessa, che mette in mostra tutto il talento della band, segnando il picco più alto di questo lavoro.
I Cave In nel corso di questi anni, hanno evoluto il proprio sound, su uno stile che spesso stravolge l’ascolto, mantenendo però una grande qualità di scrittura, per un ennesimo album pazzesco, il più bello e completo della loro carriera.
(Relapse Records, 2022)
1. New Reality
2. Blood Spiller
3. Floating Skulls
4. Heavy Pendulum
5. Pendulambient
6. Careless Offering
7. Blinded By A Blaze
8. Amaranthine
9. Searchers of Hell
10. Nightmare Eyes
11. Days of Nothing
12. Waiting for Love
13. Reckoning
14. Wavering Angel