Il giovane quintetto deathcore made in Bologna He Comes Later torna sul mercato con un secondo EP autoprodotto nel giro di un anno, dal titolo Adam: The Decay. Il lavoro, a dir poco certosino, è frutto di una produzione curata nei minimi particolari da parte di Fabrizio Gesuato nel suo Inverno Studios (autore del mix) ed è stato masterizzato da Simone Mularoni nei Dominations Studios.
Il gruppo è molto giovane, ma già nel precedente Existence aveva fatto intravedere delle cose apprezzabili. Il concept dietro questo EP ruota sulla tetra vicenda di Adam, che altro non è se non il simbolo dell’uomo, che, sopraffatto dal dolore e dalle sofferenze, diventa misantropo per trovare poi pace nel suicidio. Questa macabra storia inizia con la tenebrosa voce narrante di “The Dark Mistery Of Time And Space”, introduzione dominata da tastiere e chitarre distorte. L’atmosfera che aleggia per tutto il disco è apocalittica, intervallata da bruschi breakdowns e vocals a dir poco gutturali. Il frontman Andrea Piro, oltre ad eseguire dei buonissimi screams & growl mostra il meglio di sé con il pig squeal anche se a volte ne abusa; non convincono invece le clean vocals in “Benath My Skin”. Musicalmente parlando il disco presenta delle idee interessanti, come i tappeti di tastiere atmosferiche, elementi di elettronica e qualche schitarrata acustica ad arricchire il risultato. Bisogna certamente citare “Announcement”, brano che parte con un breakdown in grado di spostare macigni, ma la parte più intrigante arriva verso metà pezzo, con l’introduzione di un riff orientaleggiante molto orecchiabile. Questo passaggio viene sostenuto da un breakdown, possiamo dire autentico marchio di fabbrica del complesso, e da tastiere ispirate che sembrano portarci nell’Antico Egitto. Il finale è molto hc, una conclusione sorprendente se confrontata con la struttura iniziale.
Adam: The Decay è un concentrato di violenza malsana ed è sicuramente una buona prova per il combo felsineo. Consigliamo di scoprire questa band a tutti gli amanti del genere. Non è un prodotto perfetto e presenta qualche cliché decisamente abusato, ma il risultato è più che gradevole e non annoia assolutamente. Speriamo che in futuro gli He Comes Later approfondiscano la loro anima elettronica e atmosferica, che sembra essere la componente su cui devono puntare se vogliono raggiungere una maggiore originalità.
7.0
(Autoproduzione, 2015)
01. The Dark Mistery Of Time And Space
02. Beneath My Skin (feat. Lorenzo from TEATB)
03. One More Disciple…The Loyalest
04. From The Abyss
05. Announcement
06. Blessed
07. Throne Of Deception