Provenienti dal medesimo brodo di coltura dei vari Hobos, Zeit e – qualche km più in là – Storm{o}, i Confine sono un quartetto veneziano attivo ormai da circa cinque anni. Se avete un’idea dell’ambiente da cui provengono i ragazzi veneti – roba da centri sociali, zecche buoniste e Venezia Hardcore – avete già un’idea di cosa suonino: un hardcore veloce e irriverente, senza troppi fronzoli.
Questa descrizione pur essendo estremamente calzante, non esaurisce tutta la verità. I quattro fioi dimostrano una crescita sensibile rispetto al precedente album Incertezza Assoluta, piazzando in poco più di venti minuti una serie di colpi ben riusciti tra crust, death’n’roll e sludge (con qualche puntata nel thrashcore: “Confine R”), con l’attitudine nichilista e strafottente (su tutte sentite “Yosemite / Sultano”) che non dovrebbe mai mancare a chi suona negli ambienti punk & dintorni. Ma non c’è solo questo nei Confine: oltre a testi degni di nota – una vittoria non è altro che una fine / la brami, la ottieni, e poi? / il fallimento è soltanto un inizio / cadi, piangi, e avanti tutta (“Medicina”) –, a volte legati a/ispirati da deliri alcolici (“Michael fa una cosa”), i veneti dimostrano di avere le idee chiare nella stesura dei brani, che pur rimanendo di bass(issim)o minutaggio e puntando per lo più sull’attitudine adrenalinica, sono ben pensati e ben curati, anche nei suoni e nel mixaggio.
RRR ci consegna insomma una band matura, che dà senz’altro il meglio di sé in sede live (habitat naturale per un gruppo di questo tipo), ma che ha molte frecce al proprio arco anche in studio. Se in futuro avranno voglia di comporre canzoni superiori ai tre minuti, ne sentiremo delle belle.
(Autoproduzione, 2019)
1. Nettuno
2. Giovanotto documenti
3. Spioncino
4. Malgrado
5. Medicina
6. 30014
7. Surf 4
8. Michael fa una cosa
9. Yosemite / Sultano
10. Confine R