I Corbeaux, dopo i primi due dischi realizzati seguendo un’etica puramente DIY, si presentano con un terzo album dalla produzione raffinata e massiccia, che si avvale della collaborazione di Amaury Sauvé (As We Draw) e Magnus Lindberg (Cult of Luna).
L’opera si intitola Kind Words ed è composta da sette tracce. La prima, “Corpse Pose”, è una rielaborazione del brano omonimo degli Unwound, al quale i Corbeaux donano un attacco math rock, corposi riff e tribalismi di scuola neurotica ed un finale d’atmosfera. Il brano potrebbe essere visto come il nuovo manifesto musicale dei francesi, che oltre alla consueta incursione nei suoni prettamente noise rock si avvale di una formula alchemica che potremmo definire post anything.
Nulla sfugge ai Corbeaux, che mostrano grande gusto nella scelta stilistica e compositiva dei loro brani: all’interno della tracklist, molto dinamica, abbiamo incursioni nel jazz, nel post rock e nell’ambient, generi che i Nostri dimostrano di saper controllare e plasmare a loro piacimento. Ciononostante, tutte queste influenze vengono sistematicamente schiacciate dai toni drammatici e dall’incalzare di un heavy sound decisamente nerboruto.
Anche le situazioni più distese soccombono ai soffocanti blast beat, alle distorsioni ed alle chitarre taglienti, dotate di un piglio hardcore degno dei migliori Converge, mentre gli insidiosi e matematici cambi di ritmo fanno pendere la così detta spada di Damocle sopra la nostra testa ormai completamente disorientata.
Bravissimi a dissezionare ed a riplasmare i suoni in maniera chirurgica, i Corbeaux con Kind Words hanno plasmato una nuova entità, la cui furia difficilmente riusciremo ad arrestare. Farsi travolgere è l’unica via.
(Drown Within Records, 2016)
1. Corpse Pose
2. Old Tired Horse
3. Old Diying Horse
4. The Light Has A Voice
5. Helena Markos
6. Mouth Shut
7. Twig