I nomi di Corey Fuller e Richard Skelton nel panorama dell’ambient più onirico e nostalgico circolano ormai da parecchi anni, e una loro collaborazione non poteva far altro che portare a un risultato fedele alla qualità delle loro carriere. Fuller è un musicista nato negli Stati Uniti ma cresciuto in Giappone che, oltre a dei lavori da solista, ha già collaborato con Ryuichi Sakamoto, Taylor Deupree (il quale ha masterizzato questo lavoro) e altri, mentre l’inglese Skelton ha avuto modo di esprimersi con numerosi lavori pubblicati, tra l’altro, anche con progetti quali A Broken Consort e The Inward Circles. Carriere produttive, le due, che hanno avuto modo di incrociarsi grazie all’EP Isolarii, uscito il 7 gennaio per Thesis, etichetta che cura esclusivamente collaborazioni tra artisti.
Le carriere dei due musicisti si sono evolute seguendo coordinate affini, anche se legate a strumenti diversi, e non sorprende sentire la naturalezza con cui si legano i loro stili. Da una parte ci sono gli archi con cui Skelton ha costruito più e più volte atmosfere sospese, talvolta strazianti e altre volte leggiadre, un’altalena di sensazioni che riguarda tutta la sua carriera. L’altra faccia della medaglia è il pianoforte delicato, quasi timido, di Fuller, che prende vita e disegna nell’aria forme semplici e avvolgenti. Il legame tra le anime dei due artisti apre un nuovo mondo, ampliando gli orizzonti di entrambi e facendoli intrecciare come se fossero fatti l’uno per l’altro in una contrapposizione tra degli archi più ruvidi, anche se versatili, e il piano tenue. I richiami ad altri nomi noti spaziano principalmente Ólafur Arnalds e Goldmund, ma ci sono anche delle affinità con la collaborazione tra Fennesz e Sakamoto negli istanti in cui in secondo piano si fa spazio l’impronta elettronica dei pezzi. Quello di Isolarii è un ambient sognante e molto atmosferico, interpretabile come via di fuga dal silenzio assordante che ha caratterizzato le nostre vite nei momenti della pandemia peggiori e con più restrizioni, mesi in cui è stato concepito e poi realizzato.
Questo disco si dimostra un’ottima colonna sonora per liberare la mente, un flusso continuo di tre pezzi che permette di accantonare le presenze ostili che inevitabilmente incontriamo nelle nostre vite, così come si presuppone abbia permesso a Skelton e Fuller di domare momentaneamente la pressione dei lockdown durante le registrazioni. Isolarii è un EP semplice e prezioso, che non ha pretese di alcun tipo se non quella dei due musicisti di collaborare e unire le loro visioni artistiche in un risultato che si fa apprezzare molto e che non risulta minimamente forzato.
(Thesis, 2022)
1. Iland
2. Ysland
3. Insula