In occasione della terza edizione della Catania Tattoo Convention, tenutasi il 27 ed il 28 Aprile 2019 al Palaghiaccio di Catania, a chiusura della prima sera dell’evento è stato organizzato un afterparty di un certo spessore che, per importanza e prestigio dei nomi coinvolti, ha rappresentato un avvenimento praticamente a sé stante piuttosto che di natura collaterale. In quel dell’Afrobar, locale situato sulla spiaggia catanese, si sono esibiti Cripple Bastards, Schizo e Nerobove, mettendo in piedi un tempio della musica estrema che ha interpellato alcune delle migliori realtà di tale panorama. Grind On The Road non poteva lasciarsi scappare l’occasione di raccontare quanto accaduto, in un report a cura di Martino Razza e Federica Sapuppo. Fotografie di Giuseppe Picciotto.
CRIPPLE BASTARDS + SCHIZO + NEROBOVE
Afrobar, Catania
27/04/2019
NEROBOVE
L’onore e l’onere di aprire per due band storiche come Cripple Bastards e Schizo è toccato ai Nerobove, band catanese thrash/death metal la cui scelta non poteva essere più pertinente al fine di adempiere al compito predisposto. Difatti, se da una parte troviamo due band rinomate che hanno fatto e fanno parte delle assolute eccellenze della scena estrema, i Nerobove hanno tutte le carte in regola per affiancarli presto, sfondando la porta d’ingresso e probabilmente incornando anche qualcuno durante la loro carica inesorabile. Già durante la loro esibizione la sala ha raggiunto quasi la capienza massima, in uno spazio a nostro parere comunque non adeguato al picco di affluenza raggiunto durante il corso della serata. La band ha giocato in casa, facendo parte della scena locale già da svariati anni, dimostrando quindi una grande vicinanza ed interazione con il pubblico, che non di rado ha intrapreso momenti spontanei di sing-along durante i tre brani tratti dall’album Monuments to Our Failure “Not Waving but Drowning”, “Of Mud and Bones” e “Nekyomanteia”. La presenza sul palco è potente e taurina, a partire dalle vocals espressive e dirompenti di Salvatore Leonardi (anche una delle due chitarre della band), fino all’inarrestabile macchina di blast-beat e violenza su pelli che è Francesco Paladino. Grande è l’interazione con il pubblico da parte della band che, scendendo dal palco, suona letteralmente le ultime parti della propria esibizione in faccia alla prima fila, in barba a monitoring e lunghezza dei cavi. Peccato per l’impianto predisposto alla sonorizzazione del concerto che non ha funzionato correttamente lungo il lato destro della P.A., lasciando una fetta di pubblico a secco di suono per molti momenti del concerto, dalla prima all’ultima band salita sul palco. Nonostante ciò i Nerobove si sono dimostrati imperturbabili, piazzando fin da subito in alto l’asticella del livello della serata, dimostrandosi non solo pienamente all’altezza del compito a loro assegnato, ma ribadendo quanto essi siano in possesso delle potenzialità per affermarsi con imponenza sul panorama musicale.
SCHIZO
Dopo aver salutato calorosamente i Nerobove è la volta degli attesissimi Schizo che, freschi dell’uscita dello split Total Insanity con i CO2 per Ripping Storm Records, propongono al pubblico una scaletta dalle caratteristiche nostalgiche e che celebra quasi totalmente il trentennale dello storico album Main Frame Collapse. Si parte quindi da “Behind that Curtain”, “Main Frame Collapse” e “Delayed Death”, brani che fanno subito breccia nel cuore del pubblico presente che sa bene quali strofe cantare e che accompagna con grinta ed entusiasmo la band durante tutta la performance. La scaletta prosegue con “Deathwire” e “Skeptic Flesh” del più recente album Rotten Spiral ed “Electric Shock” da Hallucination Cramps. Una proposta quindi che valorizza i grandi classici della band, colmando la nostalgia del pubblico catanese che non vedeva un loro concerto in città da tempo. E infatti il fulcro dell’intera esibizione è il contatto che la band ha con il pubblico affezionatissimo che, ignorando qualsiasi problematica di genere tecnico, continua a godersi una performance che riporta alla luce alcune sensazioni del passato per i veterani, e sentimenti totalmente nuovi per i giovanissimi che li ascoltano finalmente live e per la prima volta.
Nonostante i persistenti e fastidiosi problemi tecnici che hanno condizionato la serata per tutta la sua durata, i cinque musicisti hanno continuato a darsi da fare senza interrompere il set (e senza perdere la pazienza, soprattutto) e si confermano a distanza di anni una affermata garanzia di qualità e brutalità, espressa attraverso la loro performance vibrante, aggressiva e densa di tutte le emozioni di cui il pubblico ha potuto godere.
CRIPPLE BASTARDS
Giunti al momento degli headliner il pubblico si può definire tutt’altro che stanco. Affamati del più puro grind made in Italy, ci si reca subito sotto il palco, incollati alle transenne data la grande affluenza in sala. A dodici anni dall’ultimo concerto siciliano, i Cripple Bastards tornano a Catania carichi dell’ultimo album La fine cresce da dentro, uscito il 2 novembre per Relapse Records, con un’esibizione all’altezza di ogni aspettativa.
Il delirio comincia dalle prime note di “Malato Terminale” e non accenna a placarsi fino alle ultime di “Morte da tossico”, sfociando in un mosh costante del pubblico, composto sia da giovani nuove leve che da autentici veterani. È purtroppo necessario dire che l’esibizione ha risentito dei vari problemi tecnici già registrati in precedenza, questa volta concentrati, oltre che sul malfunzionamento di un lato della P.A, anche sulla gestione dei volumi. Nonostante ciò i Cripple Bastards hanno perseverato nella loro performance suonando senza sosta e presentando accuratamente i brani degli album Your Lies in Check, Misantropo a Senso Unico, Desperately Insensitive, Variante alla Morte, Nero in Metastasi e La Fine Cresce da Dentro, proponendo un excursus della loro discografia in un live che ha triturato le ossa di tutti i presenti. Il pubblico non ha lasciato il passo alla stanchezza, anzi: brani come “Misantropo a Senso Unico”, “Italia di Merda” e “Il tuo Amico Morto” non hanno fatto altro che alimentare la follia dei presenti, coinvolti in un concerto che rimarrà senza alcun dubbio nella storia della musica estrema a Catania. I ringraziamenti si concretizzano a fine live in una bellissima e forte stretta di mano che suggella un patto inscindibile tra i Cripple Bastards ed il pubblico siciliano (e non solo), che difficilmente dimenticherà la serata brutale appena trascorsa.